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Scuola calcio
25 Giugno 2020
I 2009 di Braccio
Primo anno da istruttore nella scuola calcio del Fiano Romano per Gianfranco Braccio, anche se non si tratta affatto di un volto nuovo per il club: ha giocato nella sua prima squadra difendendone i colori tanti anni fa agli ordini di mister Zavaglia. In questa stagione mister Braccio ha guidato i piccoli classe 2009, fino allo stop dovuto al Covid 19. “Devo dire di essermi trovato benissimo in questo contesto societario quest'anno. Il punto di forza del Fiano, per me, è lo staff, composto da ragazzi preparati e patentati: un team coordinato da Luca Ciriaci che, devo dire, è un ragazzo veramente esperto e scrupoloso nella cura del dettaglio. Mi trovo a far parte ancora una volta di una società ambiziosa che punta sulla crescita dei ragazzi”. Sul suo modo di vedere il calcio e l'attività di base, mister Braccio ci spiega che: “Ai miei bambini ho sempre detto di divertirsi, di dare spazio al proprio estro, dedicare tempo al calcio con costanza e determinazione senza scordarsi mai di impegnarsi nella scuola. Il calcio come tutti gli altri sport è fatto di tanti sacrifici e sconfitte, ed è da quelle che si impara. Il mio invito è sempre stato quello di conciliare sport e studio, investendo su se stessi e sul proprio futuro. Perché l’attività di studio, oltre che essere finalizzata ad un graduale accrescimento e sviluppo delle competenze, è molto importante anche per apprendere la capacità di organizzarsi, di acquisire autonomia, di valorizzare al meglio le proprie risorse personali a 360°. Tutte caratteristiche che poi si rivelano molto utili anche giocando a calcio, peraltro”. Attenzione quindi per la vita scolastica dei bambini e, naturalmente, crescita sul campo: “Sì, i 2009 hanno fatto un percorso importante da inizio stagione, entrambi i gruppi sono cresciuti dal punto di vista motorio, comportamentale ma soprattutto tecnico: abbiamo lavorato a stazioni, per poi dividere in gruppi con criterio, secondo la difficoltà dell’esercizio del caso, dando risalto, in prevalenza, alla conduzione e ricezione della palla. Il nostro principale obiettivo? Far divertire e crescere i nostri bambini. Il culto dei risultati lo lasciamo agli altri, qui facciamo tutta un'altra cosa”. Sul periodo della quarantena: “Peccato per questo stop forzato ma sono sicuro che niente può fermare la passione dei nostri bambini... avranno avuto il pallone tra i piedi gran parte del tempo a casa, ne sono certo! Personalmente non vedo l’ora di ricominciare, mi mancano i ragazzi, mi manca l’odore dell’erba che si respira nei campi di calcio... per questo dico che torneremo con più entusiasmo che mai”.
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