Cerca
SCUOLA CALCIO
Il responsabile della scuola calcio giallonera fa il punto di queste prime settimane di attività dei campionati
10 Novembre 2023
Mario Casodi, direttore della scuola calcio dell'Indomita Pomezia (©IndomitaPomezia)
È ufficialmente iniziata anche la stagione della scuola calcio in casa Indomita Pomezia, i campionati sono partiti ed hanno dato modo ai tecnici gialloneri di avere i primi riscontri sul lavoro svolto. A parlarci di questo avvio c’è Mario Casodi, Responsabile della Scuola Calcio che commenta questa partenza: "Quest'anno abbiamo fatto un record, se così vogliamo dire, abbiamo iscritto ben nove squadre ai vari campionati, tre di Esordienti, quattro di Pulcini e due di Primi Calci. Siamo stati molto contenti per tutti dato che i ragazzi aspettano con ansia questo momento perché per loro è il primo check che gli permette di confrontarsi con i loro pari età. Per noi tecnici invece è un momento di osservazione perché possiamo verificare che il lavoro svolto sia stato recepito nel migliore dei modi. Quello che vogliamo fare all'Indomita Pomezia è di far passare la partita come un momento di festa in cui i ragazzi e i genitori si divertono e noi possiamo osservare come procede il lavoro e verificare quello che possiamo migliorare. Con gli altri tecnici abbiamo completato il primo ciclo di valutazione di tutti i ragazzi, in cui analizziamo sulla base di una quarantina di caratteristiche, sia tecniche che relazionali, i nostri ragazzi. Questo lavoro ci permette poi di avere un'idea su punti di forza e debolezza. Ora, con il passare delle settimane, naturalmente l’obiettivo diventa quello di andare a migliorare i punti di forza e lavorare su quelli deboli". All’interno di una scuola calcio un aspetto tanto delicato quanto cruciale è quello della gestione, da parte dei tecnici, dell’emotività dei bambini e delle loro capacità comunicative: "Questo è un argomento delicato che abbiamo trattato anche nelle riunioni con i tecnici e che bisognerebbe approfondire molto. L’allenatore della scuola calcio svolge un ruolo più profondo rispetto a quello che può fare per esempio un allenatore in agonistica per esempio. Questo semplicemente perché il nostro compito è, oltre quello dello sviluppo delle abilità tecniche e sportive, quello di preoccuparci della parte emozionale e relazionale avendo tra le mani dei bambini in crescita. Un esempio può essere quello di un bambino che vorrebbe essere in un gruppo e invece è in un altro, il nostro compito è quello di fargli capire che non esistono gruppi più bravi o meno bravi e togliergli eventuali dubbi. Il nostro obiettivo principale è quello che ogni bambino venga e vada via dal campo contento, felice di far parte di un ambiente sereno".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni