Tecnico e dirigente di rinomato spessore, Luca Ripa (nella foto in alto) è stato un innesto di fondamentale importanza per l'accrescimento del progetto Totti Soccer School.
Incaricato verso la fine della scorsa stagione ha avuto modo di studiare nel miglior modo le squadre già esistenti e di poter lavorare altrettanto bene in fase di costruzione in estate "Il lavoro fatto è
ampiamente condiviso con tutte le componenti del club - esordisce il responsabile del settore giovanile - fondendo così le varie competenze, non soltanto quella tecnica. Nel settore giovanile si scelgono dei ragazzi per i quali talune volte conosciamo le potenzialità, mentre in altri casi dobbiamo anche saper intravedere le qualità potenziali, in un discorso a più ampio raggio nel quale sono poi i tecnici e tutte le figure della società che devono mettere ogni singolo ragazzo in condizione di svilupparle nel migliore dei modi. In sintesi: i ragazzi devono pensare a giocare, gli adulti devono guidarli. Il lavoro quindi non si concentra solamente nella scelta, ma deve essere improntato all'interno dei vari settori, che compongono una
visione collettiva direzionata verso la crescita di un calciatore. Più riusciamo a farli crescere, più avremo la possibilità di strutturare il nostro progetto su basi solide, che è il motivo per il quale ho scelto di far parte di questo progetto. Avevo tanta voglia di cimentarmi in un
nuovo percorso, come questo, per
contribuire nella sua crescita. Molto spesso ci si focalizza solamente sulla vittoria, ma alla fine di un campionato è soltanto una la società che vince e, spesso, quel che sento più dire è 'il lavoro paga sempre', come se chi arriva secondo o terzo non avesse lavorato. E' una
concezione sbagliata, una percezione che non mi appartiene. Giudicare il lavoro, che tutti facciamo, solamente sulla base dei risultati è
limitante e
limitativo, mentre dobbiamo allargare la nostra visione. L'obiettivo è sviluppare nel migliore dei modi ognuno le proprie competenze e di strutturarsi nel migliore dei modi, sempre pronti a fare, eventualmente,
autocritica. Non giudicheremo mai il lavoro fatto dagli altri, ma come forma mentis sono abituato a chiedere molto a me stesso e di conseguenza anche al gruppo di lavoro con cui mi confronto,
senza accontentarci mai cercando di migliorare quello che abbiamo fatto bene ieri, rendendolo migliore domani".