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L'intervista
Il capitano riassume le emozioni della promozione in Serie D con parole d’amore per la società e per ogni singolo componente che ha preso parte alla splendida cavalcata rossoblù
18 Giugno 2021
Federico Valle esulta al triplice fischio (Foto ©Torrisi)
Missione compiuta, obiettivo raggiunto! L’Unipomezia è matematicamente promossa in Serie D dopo i 4 punti ottenuti nei play off frutto del pari alla prima giornata con il Real Monterotondo Scalo e della vittoria contro la Tivoli mercoledì scorso. Un successo che ha ripagato gli enormi sacrifici di un gruppo che non si è mai arreso credendoci sempre, ma soprattutto di un club che dopo diversi tentativi è riuscito finalmente a centrare l’approdo nella quarta serie nazionale. Simbolo di continuità, dagli esordi dell’Unipomezia fino all’indimenticabile pomeriggio dell’Olindo Galli, è capitan Federico Valle, che riassume così gli attimi della promozione: "Stando in panchina è stato sicuramente più difficile smaltire la tensione, una vera sofferenza. Ho l’Unipomezia e i colori rossoblù nelle vene, non poteva che essere così. Dopo un anno in cui ne ho passate tante è stata una gioia immensa. Il giusto premio, l’abbiamo meritato noi giocatori ma uomini prima di tutto, e ovviamente la società e l’intero staff tecnico. E’ tutto molto bello, questi ragazzi mi hanno dato una gioia troppo grande dal più piccolo al più esperto. E la nostra forza è stata proprio questa, ci siamo sempre incoraggiati l’uno con l’altro, da chi scendeva in campo a chi sedeva in tribuna. Adesso iniziamo ad avvicinarci sempre di più nel calcio che conta, dove merita di stare l’Unipomezia e Valter Valle, che per me oltre che un padre è un grandissimo Presidente. Lo ringrazierò giorno dopo giorno per averci fatto vivere questo sogno. Dedico la vittoria a mia nonna, che purtroppo non c’è più, e alla mia ragazza che insieme a me ne ha passate davvero tante. Ma soprattutto a lui, al mio grande Presidente, Valter Valle. Da parte mia sono già pronto a vivere una stagione da protagonista in Serie D, non vedo l’ora!".
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