l'editoriale
Senza arbitri non c'è calcio: siamo stufi di questo scempio
I dieci minuti di slittamento dei fischi di inizio dello scorso weekend non devono restare isolati e inascoltati. Tuteliamo i nostri giovani fischietti
E se la prossima volta gli arbitri non si presentassero? Nessuna protesta simbolica, nessuno slittamento di dieci minuti, ma semplicemente non si presentassero sui campi designati, cosa fareste? Niente. Resterebbe la possibilità di disputare una partitella tra amici la domenica mattina, o il sabato pomeriggio che sia. In molti vi siete chiesti il perché dei ritardi sull'orario di inizio dei campionati regionali. Nessun problema tecnico, ma la lodevole iniziativa del Cr Lazio a tutela della classe arbitrale dopo un crescendo di episodi violenti che noi, con questa prima pagina, siamo a rimarcare per far sì che non resti isolata o sconosciuta. Vogliamo parlare dello scempio al quale ogni fine settimana siamo costretti ad assistere sulle tribune dei centri sportivi. E poi ci raccontano la favola "da noi l'educazione viene prima di tutto"...
L'arbitro, spesso un ragazzino di quindici, sedici anni, diventa alibi per tecnici e dirigenti, strumento di sfogo per madri e padri che vivono in maniera malsana la "carriera" del figlio - che negli anni ha già provato con Roma, Lazio ma non ci va perché lo ha puntato la Fiorentina -. Piuttosto dovrebbero comprendere che non lavorano per il Milan, che il figlio non è Messi e, di conseguenza, l'arbitro non può essere Collina. Magari qualcuno realizzerà il suo sogno, ma tutti dovrebbero ricordarsi della dimensione alla quale appartengono oggi. Così come assistiamo ad errori tecnici di un giovane calciatore, è ovvio notare anche qualche svarione di chi quel fischietto, che rende solo contro tutti, lo utilizza da un paio di anni. Oltretutto scendendo in campo senza avere il supporto della squadra, dei compagni e dei tifosi. Anzi venendo sottoposto a pressioni a volte preventive e continue. Insulti. Abbiamo sentito mamme apostrofare come prostitute giovani direttrici di gare coetanee delle loro stesse figlie, siamo costretti ad osservare ragazzini uscire dal campo tra urla indecenti con lo sguardo terrorizzato: "bastardo, infame, handicappato". Cosa fareste se ci fosse vostro figlio al suo posto? Come vi comportereste? Senza di loro il calcio non potrebbe andare avanti e siamo pronti, se necessario, a farci portavoce del movimento, perché non poter comunicare con la stampa e dover sempre subire attacchi senza poter replicare è un vantaggio che oggi non siamo disposti a concedere.
Così, nell'edizione odierna, non troverete alcun voto ai direttori di gara impegnati nel weekend di calcio giovanile. Per noi meritano tutti 10, come i minuti della protesta, anche se avessero commesso il più clamoroso degli errori, anche se avessero peccato di insolenza perché stanchi di ascoltare quei coglioni in tribuna. Un 10 solo per il fatto di continuare a farci divertire subendo troppe volte una violenza ingiustificata. Al di là delle sviste, al di là delle polemiche che faranno sempre parte del gioco e che a volte - vedi la scelta della moviola in campo - possono risultare anche costruttive, per noi c'è solo una parola che dovrebbe essere rivolta ad un direttore di gara ogni domenica dopo il triplice fischio: GRAZIE.