L'addio
Lega Pro, Gravina lascia: "La nuova mutualità è un rischio per i club"
L'ormai ex numero uno: "Molte società possono ritrovarsi in difficoltà". E saluta con una novità: "Tornerà a chiamarsi Serie C"
Novità in Lega Pro, o meglio in Serie C (così tornerà a chiamarsi la terza serie italiana perché "Tutti la chiamano così: siamo coerenti con i tifosi"): l'ormai ex presidente Gabriele Gravina ha annunciato alle società che il prossimo 30 giugno terminerà il suo mandato spiegando i motivi di questa scelta ai microfoni di ItaSportPress: "I riscontri sono molto positivi, anche se c'è ancora molto da fare. L'inserimento dei nuovi play off hanno aumentato la competitività finon alla fine della regular season. Inoltre c'è anche da sottolineare l'incremento di pubblico che c'è stato". Gravina continua spiegando il perché del suo addio nonostante il buon lavoro fatto: "Questa sedia non ha colla e ho altre cose da fare. Quando percepisco che qualcuno non viene colto da frenesia di riforme e di autoriforme non capisco perché io debba continuare a fare da passacarte. Il mio successore? Si ha bisogno di esperienza, ma anche di creatività. Non bisogna tornare indietro: sarebbe come cancellare i miei sacrifici e il lavoro di due anni". Conclude Gravina: "La Lega Pro attraverso un sistema di controllo e di incentivazione alla programmazione e alla responsabilità, ha fatto un bel lavoro e i club che hanno seguito le nostre indicazioni attraverso un assetto societario stabile e di sostenibilità rilevante, poi sono andati in A, vedi la Spal quest’anno e altre due squadre che hanno conquistato l’accesso ai play off. Una ex Lega Pro purtroppo per motivi di carenze di assetto societario è retrocessa. I club quando salgono in B hanno gli anticorpi per affrontare qualsiasi problema e molto spesso ottengono una seconda promozione. Chi retrocede dalla B invece rischia di fallire".