FOCUS

De Campos Lopes, Joga Bonito al Frosinone: la storia di Pedro

Il regista giallazzurro ieri ha vissuto una giornata particolare, tifato e sostenuto dalla famiglia arrivata dal Brasile. E sogna un futuro da protagonista

"Vamo Pedro, vamo, vamo!". Per un sabato mattina l'atmosfera della torcida sudamericana  ha spostato il proprio asse equatoriale, trasferendosi nel Lazio, in Ciociaria. Per la precisione alla "Città dello Sport" di Ferentino per Frosinone-Lazio di Under 14.  Gli zii, i nonni di Pedro De Campos Lopes in occasione delle feste natalizie sono tornati nel nostro Paese e hanno incitato con il tipico sound carioca il loro gioiello. Quella di Pedro è una storia che parte dal padre, Paulo Cesar Lopes, arrivato in Italia per giocare a calcio a 5, con un passaggio nella cantera del Torino e ora qui nel teatro dei sogni colorato di gialloblù. Il talento in salsa sudamericana è il collante che tiene legata la squadra, il suo gps. Il perno che alimenta il sacro fuoco offensivo. Un artista del passaggio con il calcio nel dna.


Il calcio nel sangue. Divertimento allo stato puro

"I miei nonni sono italiani e di famiglia siamo italo-brasiliani: siamo arrivati in Italia dopo tre mesi dalla nascita di Pedro. Essendo un giocatore di calcio a 5, mi sono dovuto spostare a Roma e il Frosinone è stata la prima squadra ad aprire le porte a Pedro, dopo gli inizi nel settore giovanile del Torino. Siamo al secondo anno qui e lui è contento, fondamentalmente senza particolari assilli o pensieri. L'importante è che si diverta".  Il calcio come divertimento, l'importanza di essere se stessi senza preoccuparsi di fare in modo che tutti ti amino: le parole del padre, Paulo, racchiudono la sublimazione del "jogo del futbol" nei tipici contesti del Sud America. Un corpo unico con il tessuto sociale, la fantasia al potere. I connotati del barrio sgargianti nel suo modo di interpretare lo sport con un modello ispiratore: "Da brasiliano guarda molto a Casemiro: un incontrista con qualità di gioco, capacità di uscire palla al piede e di proporsi in fase offensiva". Senza mai dimenticare lo spirito che deve contraddistinguerlo durante le partite: "La cosa fondamentale è sempre di giocare con allegria e serenità in campo, il sorriso e la sua innata voglia di vincere. Poi lascio tutto nelle mani di Dio, la sua felicità è la nostra. Se arriverà lontano ringrazieremo e ce lo godremo".  Pedro è un giocatore così grazie alla famiglia che ha alle spalle, volata dal Brasile alla Ciociaria per sostenerlo nel derby con la Lazio. La stagione entra nel vivo e poi il panorama futuro sarà quello dei Nazionali. Ma pasito, pasito si penserà a quel che sarà. Perché bruciarsi oggi è ancora più facile, visto che i social esasperano giudizi ed esposizione anche dopo una partita giocata al massimo delle proprie potenzialità. Ci sono delusioni che diventano forti motivazioni. Chi vince gioisce, ma chi perde cresce perché le sconfitte segnano dentro, rendono critici e spostano un passo avanti. Dal Brasile alla Ciociaria: le distanze a Pedro non hanno mai spaventato. Il 2020 è alle porte e il finale è da Black Mirror, aperto a molteplici alternative. Tutto da scrivere. 









This page might use cookies if your analytics vendor requires them.