Cerca
Violenza
Altra settimana, nuovo episodio impresentabile. Questa volta il palcoscenisco è il Green Club, dove a prendersi la scena è stato tutto ciò che il calcio non dovrebbe mai essere
23 Gennaio 2023
(Foto © Google)
Non sembra esser cambiato nulla, ad un anno e mezzo di distanza, le cose sono rimaste invariate, sintomo e simbolo di un settore, come il calcio giovanile, tanto bello quanto pieno di aspetti terribilmente preoccupanti. Eravamo sul tramonto di settembre 2021 quando Lazio e Crotone aprivano la loro stagione in Under 16, in un Green Club dipinto di persone per accogliere l’inizio del campionato. Furono i biancocelesti a trionfare, grazie al guizzo nel finale del neo arrivato Cuzzarella, in grado di fissare lo score sul 3-2 conclusivo. Ma se sul campo la gioia dei capitolini comandava incontrastata, nel pieno rispetto delle dinamiche calcistiche, sugli spalti la tensione aveva raggiunto livelli intensissimi fino al quasi contatto tra le due tifoserie. Il fattaccio al tempo fu scaturito da un increscioso comportamento da parte di un tifoso casalingo, intento a riferire nei confronti dell’assistente Flavia Branchesi di Roma 2 epiteti inaccettabili ed offensivi, a dir poco medievali. La situazione poi degenerò in maniera pessima, perché, dai giusti e doverosi richiami da parte di una sostenitrice ospite per le brutte parole, si passò successivamente ad un confronto accesso tra diversi spettatori, dove si passò alle minacce, sfiorando una rissa totale. La storia dovrebbe insegnare quindi, e invece, ancora una volta, dagli errori non s’impara. Questa domenica abbiamo assistito invece ad una scena ancor peggiore, perché allo scontro fisico qui ci siamo arrivati, per davvero. L’eccessiva tensione onnipresente sul campo si è poi propagata al massimo sulle tribune, dove il pareggio di Carbone, in Lazio-Palermo Under 16 (annata dei 2007 però), ha dato il là ad uno spettacolo indecente. I genitori, esatto proprio quelle figure educative, si sono presi tra di loro, in diversi secondi di panico e terrore, in cui si è rischiato di farsi male. A peggiorare la situazione sicuramente anche la possibile partecipazione al contenzioso di un probabile dirigente del Palermo - indossava la tuta del club, ha accompagnato in campo la squadra Under 15 rosanero nella partita precedente, portandoli poi verso il pullman a gara finita- che ha aumentato l’astio senza provare ad allentare la tensione. Una figura pessima da parte di tutti, un’ennesima dimostrazione della lunghissima strada da percorrere al fine di eliminare ogni episodio di questo tipo.
Lazio-Crotone: offese sessiste all'assistente e rissa sfiorata
Il brutto episodio si è verificato domenica nella battute finali della gara dell'Under 16 giocata al Green Club
Scendendo invece più nel dettaglio, in profondità, al di fuori dell’evento di cronaca, è innegabile come ormai queste crepe stiano sempre più venendo in superficie, rovinando un movimento intero, ormai succube di queste scene. Non vengono veramente le parole per descrivere un fatto del genere, così impattante da far trattenere il fiato lì in presa diretta, anche se qualcuno il coraggio di richiamare tutti lo ha tirato fuori. “Signori, è una vergogna. Non m’interessa chi sia stato, ora dovete andarvene”. Così ha parlato il dirigente biancoceleste Stefano Pasquinelli, responsabile di una parte del settore giovanile, a pochi secondi dal triplice fischio. Parole chiare, decise, in grado di immortalare perfettamente il momento in questione. Non ci abbiamo pensato due volte a riportarle sul nostro giornale questa mattina, per far intendere al meglio lo sconcerto provato, soprattutto dai molti presenti rimasti estranei ai fatti. La domanda però che circola nelle nostre menti continua ad essere sempre la stessa: perché? Rovinare un momento così bello, in cui dei ragazzi- bisognerebbe infatti ricordare come sul rettangolo verde ci sarebbero giovani adolescenti- si divertono giocando a pallone, in un contesto che dovrebbe solo portare a sorrisi ed emozioni. Chiariamoci, è giusto avere degli obiettivi, siamo qui per questo soprattutto quando si parla di vivai professionistici, non bisogna mai però uscire dalla copertina, offrendo degli scempi improponibili, che ad oggi non sono più accettabili. Infettare un mondo come quello del calcio, potenzialmente stupendo in ogni suo aspetto, è un “crimine” dalla gravità inaudita, che va ad influire poi sul comportamento dei protagonisti. Infatti da un lato va evidenziato come, in certi casi, gli atteggiamenti sui campi siano mirati a provocare, fomentare astio, ma riproporli poi sulle tribune diventa una vera e propria scelta deliberata, da persone mature che dovrebbero scegliere sempre la via del dialogo al posto di quella dello scontro. Ci si è molto interrogati sulla mancanza d’interventi seri e mirati da parte delle autorità competenti dopo l’eliminazione della nazionale dal Mondiale per mano dalla Macedonia; se non c’è stata traccia di manovre dal punto di vista tecnico, la stessa è palpabile anche sotto l’aspetto umano, educativo. Atteggiamenti sempre più sbagliati si vedono ormai tutte le settimane (senza aprire il capitolo dilettanti, perché lì apriti cielo), ma il pesce puzza sempre dalla testa, e qualora il controllo delle istituzioni continuerà ad essere impalpabile, la situazione è destinata solo che a peggiorare. Noi però intanto proviamo a fare il nostro: guardiamoci una partita con la serenità e la voglia di vedere dei ragazzi, spesso i propri figli, mentre danno il massimo. Non c’è bisogno di additare l’arbitro come corrotto, o di insultarsi a vicenda per un rigore non dato o un possibile falso, anche perché poi l’esempio che si dà ai giocatori rimane pessimo. Lavoriamo su questo, non nell’interesse di pochi, bensì di tutto il movimento. Grazie.
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni