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Roma: cambio ruolo, categoria e mentalità. Manuel Nardozi sta prendendo il volo

Lorenzo Canicchio

Roma-Sampdoria di domenica scorsa ha avuto ben poco da dire dal punto di vista del risultato. Un netto 5-0 che ha evidenziato l'ampio divario tra la capolista e l'ultima della classe, sotto tutti i punti di vista. A dare immensa soddisfazione a mister Tugberk Tanrivermis è stata sicuramente la "cornice" della sfida. Il primo gol di Levak, i rientri di Ienco e Amerighi, gli ottimi spunti di Bah... Il frutto più dolce caduto dall'albero di Roma-Sampdoria è stata senza dubbio la prestazione di Manuel Nardozi, che già da diverse settimane a questa parte aveva messo in mostra passi avanti importanti. Contro la compagine ligure l'esterno ha messo subito in chiaro le cose realizzando i primi due gol che hanno spianato la strada verso il trionfo giallorosso. Gol simili dal punto di vista stilistico con due cross provenienti dalla destra su cui Nardozi si è fatto trovare pronto insaccando alle spalle di Zorzi. Nella prima circostanza l'11 ha sfruttato al meglio il cross di Polletta, punendo la disattenzione di Mosca con una secca conclusione che ha terminato la sua corsa in fondo alla rete. La seconda firma, invece, è arrivata su un cross al bacio di Cichella che Nardozi ha addomesticato prima di esplodere il mancino del 2-0. Salutando la "mera" cronaca delle due reti, arriva subito il primo interessante spunto della prova di Nardozi: Tanrivermis lo ha schierato sempre sulla corsia di sinistra ma in una porzione di campo ben più bassa rispetto a quella a cui ci ha abituato. Non un attaccante esterno, quindi, bensì un tuttafascia che avrebbe dovuto percorrere la corsia mancina in ripiegamento per dare manforte a D'Aprile, per poi attaccare la profondità e chiudere lo sviluppo della manovra. Non un impegno banale per chi ha sì tutte le possibilità, sul piano atletico e fisico, ma a cui in sostanza non gli era mai stato richiesto di svolgere quel tipo di lavoro. Solamente il fatto di esserci per chiudere la manovra rientra quindi nel primo fattore positivo della prestazione di Manuel Nardozi. Poi il modo con cui ha finalizzato le sortite non ha stupito più di tanto, ha capacità balistiche note da tempo, come ha sfoggiato in più di un'occasione. L'ultima, eclatante, contro il Lecce, quando allo scadere del primo tempo ha lasciato partire un siluro finito sotto l'incrocio dei pali. Affrontato il tema del cambio di ruolo, passiamo al secondo punto, che si lega indissolubilmente con il terzo: cambio di categoria e di mentalità. Nardozi è stato uno dei primi ad essere promossi in pianta stabile da sotto età con l'Under 18. In Under 17 ha collezionato solamente 6 presenze, condite da 4 gol e un assist. In forza ai 2005, inizialmente ha avuto qualche difficoltà, come accade quando si decide di alzare l'asticella. Difficoltà legate perlopiù al modo di giocare di Nardozi che spesso preferiva abbassare la testa e caricare da solo, piuttosto che dialogare con i compagni. Ne è venuta qualche strigliata da parte del mister e anche da parte dei compagni più grandi. Lo scatto di mentalità si è iniziato ad intravedere dopo la sosta. Con il nuovo anno, partita dopo partita, le "battaglie individuali" erano sempre meno, scambi e intesa con il resto della squadra sempre più. E sarà un caso - o forse no - che nelle prime 10 apparizioni del 2022 Nardozi era andato a segno solamente una volta, mentre nelle 6 gare del 2023 sono state 4 le reti messe a segno dal classe 2006. Ora che la strada intrapresa sembra essere veramente quella giusta, non resta che continuare a perseguirla, sempre con quello spirito di chi ogni minuto in campo dimostra di voler spaccare il mondo. 

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