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Nel calcio esistono le categorie. Il capolavoro Lazio, firmato da Marco Alboni

Federico Meuti

Non sono in tanti quelli in grado di affrontare gli ostacoli lungo il proprio cammino. Poco importa poi se si riesce ad andare oltre particolari scogli o se magari i problemi sono così insormontabili da dover constatare un “insuccesso”, che tale però non è. L’importante è sempre l’atteggiamento, lo spirito costruttivo con cui si approccia a determinate situazioni, perché partire sconfitti o arrendersi facilmente alle difficoltà è roba troppo semplice per chi si è sempre guadagnato tutto. Mattoncino dopo mattoncino, passo dopo passo, fino a completare un cerchio che è pronto a definirsi nelle prossime settimane. Certe imprese sono possibili solo con certi condottieri ed uno di questi non può che essere Marco Alboni. Lo storico e navigato allenatore della Lazio non ha perso il suo smalto dopo l’avvento del Covid, rendendosi protagonista di un biennio praticamente perfetto. Dopo la splendida cavalcata con i classe 2006 nella passata stagione, il capolavoro assoluto è stato fatto quest’anno insieme al gruppo dei 2007 capitolini. Da sempre un gruppo che non è di certo conosciuto come il più talentuoso dalle parti del Green Club, dimostrandosi non sempre pronto sotto il piano mentale. Il cambio al timone in estate invece ha catapultato Nebuloso e compagni in una nuova dimensione. I biancocelesti sono apparsi sempre più maturi, consapevoli delle loro possibilità e uniti come squadra verso il raggiungimento di traguardi mai tagliati in precedenza. Il volo delle Aquile è apparso finalmente maestoso con l’arrivo del 2023, cominciando a macinare punti su punti, scalando fino alla seconda posizione. Quella che l’anno passato fu preda del Napoli, a nove lunghezze di distanza dai laziali, è diventata la meta finale dei romani. Una piazzamento valso l’accesso diretto agli ottavi per la truppa biancoceleste, arrivata davanti anche al Frosinone, bestia nera storica dei biancocelesti, che negli ultimi due campionati non sono mai riusciti ad avere la meglio. Quest’anno però la narrativa è stata completamente ribaltata, e dopo averli scavalcati nella regular season, i ciociari hanno avuto la peggio anche nella doppia sfida, dovendo concedere l’onore delle armi all’avversario. Una squadra sempre più in crescita, pronta ora a giocarsi il pass per la semifinale contro una corazzata quasi inarrivabile come la Fiorentina. Giunti a questo punto però i sogni non devono più far paura, ma regalare solo speranze per creare un ambiente pronto e carico in vista del futuro. Un cammino stupendo, quello che ha orchestrato stupendamente mister Alboni, rimboccandosi sempre le mani, come lui sa fare, e capendo le vie con cui migliorare questo gruppo. Senza mai guardare chi si ha davanti, ma cercando di valorizzare ogni elemento a disposizione, costruendo qualcosa di fantastico ogni anno. Il paragone più azzeccato è senza dubbio quello con Sir Claudio Ranieri, con le dovute differenze, perché non è importante solo il talento, ma anche saperlo gestire, facendo fare il salto di qualità a chi certi palcoscenici non li ha mai vissuti, indipendentemente dallo spessore della rosa. Lavorando, credendoci, avendo fiducia, e tenendo sempre solide le proprie idee, fino a raggiungere momenti della stagione straordinari come questo. E attenzione, perché la corsa non è ancora arrivata al termine.

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