Il calcio laziale ancora ne sa. De Cortes e Dimaggio splendono sempre di più

Tutto si crea, nulla si distrugge. Anche nei momenti di maggiore difficoltà è bene ricordare come certe luci alimentino il fuoco della speranza, quello che non deve mai spegnersi, neanche quando ormai le cose girano in maniera diversa rispetto a prima. Le difficoltà in cui versa il nostro movimento calcistico sono ben evidenti, espresse perfettamente da una nazionale maggiore che si sta ritrovando, ma che intanto festeggia come la vittoria di un Mondiale la qualificazione ad Euro 2024. Particolari minimi, ma non bisogna sottovalutarli nell'analisi di un'Italia dispersa nel mondo del Pallone. Non vogliamo assolutamente entrare nell'inutile e sterile filosofia che non si giochi più "per strada", come direbbe qualche Dinosuaro, ma ad oggi son lampanti le mancanze del settore, in tutti gli ambiti, partendo dai prof per arrivare poi più giù, come una piovra ad allungarsi all'infinito. Eppur si muove, eppure qualcosa ancora gira. Magari gli ingranaggi non sono più oliati come anni fa, ma i segnali positivi sono diversi, come ci ha dimostrato il calcio laziale. L'ultima finestra estiva di mercato è stata una passerella d'onore per i talenti della regione, arrivati in ogni parte del paese, da Marciano a Fiorentini, passando per Belfiore e Santolini, senza nominare una sequela intera di giocatori pronti ad emergere. Non sono gli unici, e non lo saranno, anche se alcuni di questi ce li continuiamo a gustare di vicino. In particolar modo due Aquilotti, che al La Borghesiana si stanno confermando nel palcoscenico migliore di tutti. 

L'Italia e il suo peccato Capitale: solo da noi uno come Saná non gioca in Serie A

La stella biancoceleste sta incantando tutti in Primavera, ma forse la sua dimensione è ben altra. Simbolo di una mentalità non ancora al suo apice