Generazione F: il Frosinone di Stirpe ha trovato il mix giusto per il vivaio

C’è un filo conduttore che unisce gli ultimi anni in quel del Frosinone: i giovani. Il presidente Maurizio Stirpe lo afferma ogni anno con forza nell’ormai consueta conferenza stampa di inizio stagione e poi, come sempre dovrebbe essere, alle parole seguono i fatti. Poi, è chiaro, ci sono diversi modi per “fare settore giovanile”: c’è chi investe tanto sperando di generare un elevato valore nelle plusvalenze, chi investe meno cercando il colpaccio nelle piccole società dilettantistiche del territorio e chi, addirittura, prova a valorizzare quasi esclusivamente i prodotti della propria attività di base. Poi c’è chi investe solo nei calciatori italiani, chi ha rafforzato l’area scouting internazionale e allora guarda ancora altrove.

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A Frosinone, negli ultimi anni, i fatti ci dicono che si sta creando uno straordinario mix di tutto ciò. Basti pensare ai vari Palmisani e Bracaglia, “ciociari doc”, orgoglio del presidente e della città. Ma anche a Cichella, su cui il Frosinone ha fiutato l’affare prendendolo in uscita dalla Roma due anni fa e ritrovandosi, adesso, un giocatore di tutto rispetto nel proprio roster. Poi, come detto, ci sono i tentativi di colpo a effetto: e allora pensiamo a Cichero, che il club giallazzurro è andato a scovare in Uruguay, e più precisamente dal Boston River, oppure a Barcella, prelevato dagli svizzeri dell’FC Paradiso e la lista potrebbe continuare.

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Resta l’inconfutabile certezza che questo lavoro, per ora, sta portando frutti. Intanto li ha portati alla Primavera, ritornata nella massima categoria giovanile dopo l’anno in cadetteria. Poi, se li porterà anche alla prima squadra allora sì che si chiuderebbe il cerchio della Generazione F. Al momento i segnali sono incredibilmente positivi.