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l'intervista

Gamberini esclusivo: "Il Bologna un esempio. Pioli sa come risollevare la Fiorentina"

Così l'ex vice allenatore dell'Atalanta Under 23 nell'intervista esclusiva per Gazzetta Regionale

07 Ottobre 2025

Alessandro Gamberini, qui con la maglia del Chievo (Foto ©Maltinti)

Alessandro Gamberini, qui con la maglia del Chievo (Foto ©Maltinti)

Le giovanili nel Bologna, il club con cui esordirà in Serie A proprio all'Olimpico, contro la Lazio, nel 2000. Poi la lunga parentesi nella Fiorentina dopo la breve avventura con il Verona, allora il Napoli, il Genoa e infine il Chievo. Con i clivensi termina la carriera da calciatore dopo 18 anni da professionista intraprendendo subito il cammino da allenatore. Lì la prima esperienza, sulla panchina dell'Under 17, poi da tecnico in seconda con Ambrosiana, Virtus Verona, Venezia e Atalanta Under 23. Cinque righe per riassumere un quarto di secolo di un calciatore che col pallone tra i piedi si è tolto non poche soddisfazioni. E non solo con i club, ma anche con la Nazionale. In Azzurro il trionfo Europeo con l'Under 21 nel 2004, poi la sliding doors nel 2006, quando Lippi lo chiamò per uno stage pre-Mondiale, ma non venne convocato per il volo verso la Germania. Profilo troppo giovane per l'epoca, chiuso da alcuni dei migliori difensori di sempre nella storia dell'Italia. Ma se il passato è passato, il futuro da allenatore - vice per il momento - sembra roseo, se non altro dopo la più che positiva avventura con i bergamaschi, terminata per volontà dell'allenatore a cui si è legato, Francesco Modesto: "Una scelta condivisa, non entro nel merito delle dimissioni, si è semplicemente deciso di voltare pagina. Adesso stiamo studiando, è un momento di aggiornamento, in attesa che arrivi qualcosa di interessante per noi, vediamo cosa accadrà. Se ho già qualcosa? Ho detto che vediamo (ride, ndr). Sto valutando le varie ipotesi insieme all’avvocato Ronald Russomando che cura i miei interessi”.

A proposito di panchine, partiamo dall'attualità: come spieghi la crisi della Fiorentina?

"È un campionato diverso rispetto agli ultimi anni, la competitività per piazzamenti importanti è aumentata in maniera notevole, per cui soprattutto nelle prime battute della stagione è quasi fisiologico che qualche squadra sia in difficoltà. Premesso ciò, bisogna sempre tener presente delle varie situazioni, la Fiorentina ha cambiato allenatore in estate scegliendo un profilo di livello come Pioli. Lui è uno di quelli che sa come lavorare, quali tasti toccare per riportare la Fiorentina dove merita"

Insomma, uno dei tanti casi di allenatori a cui non è concesso del tempo per lavorare.

"Dati alla mano, la risposta è evidente. Un tempo c'era maggiore stabilità, ora i cambi sono molto più frequenti, in tutte le categorie. Io credo che tutto dipenda da come nasce un progetto, serve lungimiranza, ma soprattutto la fiducia nelle scelte che si prendono. Porto l'esempio del Bologna: sono anni che investono su profili giovani, sulla struttura, sullo staff. E ora stanno pian piano raccogliendo i frutti con traguardi importantissimi. Lo scorso anno non partì bene, ma c'è stata massima fiducia e sappiamo bene com'è finita la stagione. Quando un progetto nasce nell’incertezza, nella ricerca esclusiva dei risultati si arriva solo ad un cambiare completamente e continuamente pagina senza avere in mente l’idea di dove ti puoi portare quel progetto"

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