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l'intervista
07 Ottobre 2025
Alessandro Gamberini, qui con la maglia del Chievo (Foto ©Maltinti)
Il ruolo dell'allenatore cambia tra giovanili e prima squadra?
"Diciamo che con l'Under 23 si è un po' nel mezzo, il lavoro legato ancora molto alla crescita caratteriale dei giocatori. Il pirmo anno, con l'Under 17 del Chievo, ho iniziato ad allenare ma la prima volta che entri in campo non sai farlo, non diventi allenatore una volta che raggiungi il patentino. Si tratta di un percorso che inizia in quel momento, quando sei già quello che dovrai diventare, non so se mi son spiegato bene. Con i giovani c'è una forte responsabilità che abbraccia più aspetti, c'è tanto lavoro sulla testa"
Se pensi allo spogliatoio che hai vissuto tu da giovane, quanto sono diversi i ragazzi di oggi?
"Tanto, ma è normale, è un mondo totalmente nuovo, è letteralmente cambiato tutto, tra cui la cultura delle relazioni sociali. I rapporti sono limitati all'osso, prima c'era più necessità di relazione, di contatto, si aveva il bisogno di vivere e incentivare i rapporti. Non è detto che fosse giusto quel mondo e sbagliato quello di oggi, sicuramente è diverso e sta anche a noi in qualche modo adattarci. Se si rimane immobili a come abbiamo vissuto noi certe cose, con i ragazzi di oggi non si entrerà mai in sintonia. Noi dobbiamo essere in grado di riconoscere questo cambiamento e non pensare che le generazioni di oggi siano come le nostre, i loro bisogni sono completamente diversi".
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