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MONDIALE UNDER 17

La storia di Fabio Pandolfi: il talento del Milan a segno contro la Bolivia

L'approfondimento sul classe 2008 rossonero: dagli inizi alla gioia in Qatar

12 Novembre 2025

Fabio Pandolfi ©FIGC

Fabio Pandolfi (Foto ©FIGC)

Ci sono gol che non cambiano la storia di un Mondiale, ma raccontano qualcosa di più profondo. Una crescita. Un destino che si svela piano. Come quello di Fabio Pandolfi, classe 2008, centrocampista del Milan e della Nazionale Under 18, che in Qatar ha messo la sua firma contro la Bolivia, il sigillo del definitivo 4-0: una rete che sembra quasi la perfetta metafora della sua indole silenziosa, essenziale e autentica.




Nasce il 24 maggio 2008 a Treviglio, in provincia di Bergamo. E lì, tra leggere nebbie e pianure, si respira calcio. Ma il suo primo campo non è il ‘Vismara’, né uno dei perfetti manti dell’Aspire Zone di Doha. È quello del Cortenuova, un rettangolo piccolo, forse disegnato più con la passione che con la geometria. Aveva quattro anni, un pallone più grande di lui e un papà, Marco, che lo osservava con quella discrezione tipica dei genitori che capiscono in silenzio.

"Ogni cosa avesse una forma rotonda la mettevo a terra e la calciavo”, racconta Fabio con il sorriso di chi non ha dimenticato l’essenza del gioco. Pochi mesi al Cortenuova, poi a cinque anni entra nel vivaio del Milan. Da allora, non ne è più uscito. Dodici anni di crescita, di allenamenti, di sogni che si concretizzano un passo alla volta. Perché il talento, da solo, è una scintilla, ma la costanza, quella sì, è il fuoco che resta acceso.

Lo guardi giocare e capisci subito che il suo calcio ha un respiro romantico. Pandolfi non corre dietro al pallone: lo accompagna, lo addomestica. In un’epoca in cui tutto sembra dover essere sempre più rapido e immediato, lui detta i tempi, quelli giusti. Non a caso cita tra i suoi modelli tre interpreti della poesia del centrocampo: Andrea Pirlo, il maestro; Luka Modric, il violinista dall’animo acetato; e Samuele Ricci, esempio del moderno metronomo made in Italy.

Nella Coppa del Mondo Under 17 in corso in Qatar, Fabio è stato uno dei protagonisti del Gruppo A. Il suo gol contro la Bolivia, nella seconda giornata, è arrivato come un applauso collettivo a un ragazzo che non cerca i riflettori, ma se li guadagna con la semplicità della giocata giusta. Quella rete non è stata soltanto la sua prima con la maglia azzurra dell’Under 18 — in 5 presenze e 260 minuti giocati — ma il sigillo di una storia personale costruita con pazienza e abnegazione.

E ora, per lui e per i suoi compagni, arriva la Cechia, sabato 15 novembre (ore 16 locali/14 italiane), sul campo 1 dell’Aspire Zone di Doha. Una sfida che profuma di crocevia, di traguardi che cominciano a prendere forma.

In Nazionale, Fabio prova “l’orgoglio e la felicità di un bambino che ha sempre sognato di vivere quest’esperienza”. E forse è proprio questo il segreto: custodire quel bambino dentro, anche quando il mondo inizia a chiederti di diventare grande.

Figlio unico, con un legame profondo con i genitori — Marco e Chiara — che, quando possono, lo seguono ovunque. In azzurro, invece, divide la stanza con Simone Lontani, compagno di squadra anche nel Milan: “Abbiamo un bel rapporto, amichevole e confidenziale”. Un piccolo equilibrio quotidiano, fatto di risate e complicità, che racconta alla perfezione il clima che vivono i ragazzi di Massimiliano Favo in ritiro.

Se gli chiedi quali siano i suoi obiettivi, Fabio risponde senza giri di parole: “Mi piacerebbe giocare il più possibile, cercando di mettere in mostra le mie qualità. Vincere il Mondiale con questo gruppo, molto unito, sarebbe un sogno”.

Niente giri di parole, solo l’essenza del gioco: dare tutto, per sé e per gli altri. In questa stagione, Fabio ha collezionato 6 presenze (484 minuti giocati) e un assist con l’Under 20 rossonera, e una presenza (72 minuti giocati) con l’Under 18. Minuti, esperienze, consapevolezze. È come se stesse disegnando lentamente la sua mappa calcistica.

E allora sì, forse quel 4-0 alla Bolivia resterà un dettaglio per molti. Ma per lui — per quel bambino di Romano che metteva per terra ogni oggetto rotondo pur di calciarlo — è il primo capitolo scritto con l’inchiostro azzurro. Perché a volte la grandezza non è in ciò che si vede, ma in ciò che si prepara.

E Fabio Pandolfi, centrocampista del Milan e della Nazionale Under 18, si sta già preparando a scandire il ritmo del futuro.

STORIA. Fabio Pandolfi nasce il 24 maggio 2008 a Treviglio, in provincia di Bergamo, da papà Marco e mamma Chiara. Inizia a giocare a calcio all’età di 4 anni nel Cortenuova, società dilettantistica lombarda, prima di entrare a far parte del vivaio del Milan qualche mese più tardi. In rossonero, in questa stagione, ha messo insieme 6 presenze (484 minuti giocati) e 1 assist con l’Under 20, allenata da Giovanni Renna, e una presenza (72 minuti giocati) con l’Under 18 di Marco Luciano Visconti.




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