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Verso Roma-Juve, 11 anni fa l'ultimo scontro: poi fu Scudetto

Era il 6 giugno 2005: Okaka decise la semifinale contro i bianconeri di Marchisio e Criscito. In finale i giallorossi vinsero il tricolore

04 Giugno 2016

2005: Okaka in finale con l'Atalanta ©asroma.it

2005: Okaka in finale con l'Atalanta ©asroma.it

2005: Okaka in finale con l'Atalanta ©asroma.it

Pipolo; Freddi, Briotti, Scurto, Grillo; Rosi, Marsili, Mottola, Virga; Okaka, Corvia. Allenatore, ovviamente, Alberto De Rossi. Qualche nome vi suonerà nuovo, qualcun altro lo conoscete bene. Eccoci qui, a poche ore dalla finale tricolore, a concederci un tuffo nel passato che ci regala più di una curiosità e qualche deja vu. Quella che avete appena letto è la formazione della Roma che giocò la semifinale nel lontano 6 giugno 2005 e che sconfisse, grazie al gol di un giovane e promettente Stefano Okaka, la Juventus di Marchisio, Criscito e De Ceglie in quel di Nardò. Sono trascorsi esattamente undici anni ed è stata questa l'ultima volta nella quale giallorossi e bianconeri si incontrarono nella Final Eight. Questo l'ultimo precedente: sembra passata una vita, un'era calcistica. Il fattore curioso è che dopo la sfida vinta, la Roma si impose poi in finale contro l'Atalanta aggiudicandosi il quinto scudetto della sua storia. De Rossi dovette aspettare altri sei anni per cucirsi di nuovo il tricolore sul petto alla guida di quello squadrone dei vari Caprari, Viviani e Montini. Dopo undici stagioni (unica altra parentesi, la Coppa Italia vinta dai giallorossi nel 2012) rieccole lì: Roma e Juve. Una vita dopo, con l'unico fattore comune rappresentato dall'eterno Alberto De Rossi, sempre lì e abbracciato ostinatamente alla sua panchina. A scanzo di scaramanzie, rivedere bianconero farà un certo effetto al tecnico di Ostia: i suoi attuali giocatori, quando il team capitolino vinse quella semifinale nel 2005, erano poco più che dei bambini e il tecnico probabilmente racconterà loro una bella storia, che ci piace immaginare, inizi così: “L'ultima volta che ho incontrato la Juventus alle finali, ho vinto lo Scudetto”. Un auspicio, un elegante quanto nostalgico grido di battaglia e la bambinesca voglia di cancellare di nuovo il bianconero dai propri occhi e dipingere ancora i propri sogni a tinte tricolori. Come cinque anni fa, come undici anni fa.

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