FOCUS

Un gran bel derby: Frosinone-Lazio, applausi e spettacolo

Oltre il risultato le squadre di D'Antoni e Bonacina hanno dato prova di maturità e solidità. Esprimendo un ottimo calcio

Sarebbe più bello il campionato con un derby ogni settimana, non credete? Le tribune piene, la concentrazione al massimo, il clima familiare. Un’atmosfera unica. Sono giornate così, diverse. Qualsiasi pallone può diventare quello giusto o sbagliato, dipende dai punti di vista. Si gioca fino alla fine. Fino alla fine, appunto: non serve dirlo a Frosinone e Lazio. Una partita di grande intensità – mancava dalla stagione 2015/2016 - tante giocate importanti, palleggi e scambi di prima, compagni di squadra affiatati tra loro e orgogliosi delle maglie indossate. Poi vince una sola: la Lazio di Valter Bonacina, determinata a riprendersi quello vero di derby. “Er derby” contro i cugini giallorossi. Gli aquilotti viaggiano ad ali spiegate verso la Serie A della Primavera: Pescara, Ascoli e Frosinone sono distanti dal rendimento dei biancocelesti e hanno perso tutte il confronto diretto con la capolista. Il Frosinone ha espresso il massimo del potenziale – prestazioni di questo livello e i playoff saranno obiettivo raggiungibili.


Lampi di calcio: tutti sotto i riflettori

Nei quattro precedenti più recenti tra ciociari e biancocelesti, le formazioni di Sesena e Inzaghi nella stagione 2014/2015 e poi di Coppitelli e dello stesso Inzaghi nel 2015/2016 le vittorie della Lazio furono tre su quattro incontri: tutte nette (0-5,4-0, 0-3) con gol tra gli altri di Murgia, Volpe e Calì. L'unico successo giallazzurro risale al 24 ottobre 2015, quando la doppietta di Volpe regalò i tre punti ai frusinati, vittoriosi per 1-2. Sabato la storia è cambiata, non nel risultato, ma nella prestazione collettiva di tutti i ventidue in campo: c'è stato equilibrio, c'è stato gioco di squadra, c'è stato tutto quello che si vorrebbe vedere di bello in una partita. Di solito la lettura che si dà a un derby è "Sarà la solita partita tattica, vincerà la paura di perdere e il primo che sfrutterà l'episodio potrà portarla a casa". Alla "Città dello Sport" assioma ribaltato: il calcio, quando ci sono due allenatori del calibro di D'Antoni e Bonacina - ha centrato la finale Scudetto nel 2013 con l'Atalanta perdendo proprio contro la Lazio a Gubbio - riesce a essere estetico ed efficace al tempo stesso. La Lazio, dopo l'iniziale vantaggio di Mancini, ha rischiato anche di subire il 2-0 con Simonelli. Ma l'ha fatto perché ha giocato proponendo principi consolidati: non è un caso che gli aquilotti abbiano vinto cinque partite di misura delle sei totali finora conquistate. Sintomo di forza mentale oltre che tecnica. Il Frosinone visto sabato può nutrire ambizioni da playoff: aveva davanti una squadra che forse aveva un pizzico di fame in più per un aspetto non trascurabile: la Lazio è retrocessa dalla Serie A della Primavera e vuole riconquistarla il prima possibile. 


Capanni e Soares Silva, sempre gol pesanti


Tenendo Scaffidi - capocannoniere laziale con 5 reti - ai box fino alla mezz'ora della ripresa la Lazio ha trovato in Capanni - alla terza rete stagionale - e Soares Silva i gol da derby: il portoghese di Oporto, cresciuto nel Dragon Porto e poi passato al Benfica, è il settimo realizzatore per la Primavera di Bonacina: distribuzione di reti importante per una squadra completa anche nel reparto avanzato con Cerbara e Capanni: il brasiliano ha forza fisica oltre che predisposizione sulla tre quarti e davanti alla porta. L'ex Flamengo dall'alto del suo metro e novanta di statura, domina al centro dell'area e ha anche spunto veloce. E sogna di diventare un calciatore professionista: con questa Lazio il sogno sarà possibile. E di derby così ne giocherà altri. Boa sorte. 






This page might use cookies if your analytics vendor requires them.