presentazione

Lazio-Lecce, la posta in palio parla da sé: la finale aspetta

I biancocelesti avranno il vantaggio di giocare davanti ai propri tifosi, stavolta però supplementari e rigori sono previsti

Un quarto di finale dominato, un Verona domato e una semifinale da giocarsi. Domani, ore 15, al Centro Sportivo Mirko Fersini di Formello, la Lazio di Valter Bonacina è chiamata ad un altro test obbligatorio per l'accesso alla finale. Dall'altro lato del tabellone, Spal e Ascoli a contendersi il posto per l'ultimo atto dei playoff. A Roma, ad opporsi ai capitolini, i giallorossi del Lecce, corsari a Venezia per 2-0. Lecce che in campionato, nello stesso girone degli acquilotti, ha chiuso quarto a 32 punti, ben 14 in meno della Lazio, pur battendola in Salento all'andata. Il Lecce, oltretutto, dell'ex Sebastiano Siviglia, il quale ha ricordato proprio il suo passato così: "A Roma ho lasciato il cuore. Vivrò sensazioni particolari, ho chiuso la carriera in biancoceleste: sei anni da calciatore e poi due come tecnico nel settore giovanile. Sarà bello affrontare il mio passato" - le parole di Siviglia riportate dall'odierna rassegna stampa di Radiosei. Insomma, semmai ci fossero pronostici da botteghino per questa sfida, certamente i biancazzurri si vedrebbero favoriti: ma le chiacchiere stanno a zero, e i calcoli mentali pure. Sabato scorso si è vista senza dubbio una Lazio corale, insistente ed insistita, vogliosa di affondare sportivamente l'avversario senza lasciargli possibilità  di ritorno in partita. Se non fosse stato per il gran giorno di Chiesa, probabilmente i gialloblù avrebbero anche incassato qualche rete in più, certamente utile ai tifosi locali per non arrivare ai minuti finali di gara col respiro affannato e la testa piena di incubi. Ma per fortuna tutto ciò è rimasto solo negli anticamera del cervello, anche perché alla Lazio sarebbe andato bene anche un pari per superare il turno. Domani, invece, l'ostacolo sarà maggiore: servirà un successo per non andare oltre i 90' regolamentari. Ma servirà, soprattutto, aldilà di limiti temporali, una prestazione simil-Verona. Un gioco ed una pressione offensivi degni di un gruppo che vuole rinascere definitivamente dalle ceneri della serie cadetta del massimo campionato giovanile. Sabato scorso si è potuto notare nettamente come con il coinvolgimento di tutti, in tutti i reparti e con i legami giusti, non c'è partita. Dimostrando anche domani tutto questo, difficilmente potrà essere scritto il nome Lecce sul tabellone della finale. Mancherà all'appello soltanto Soeres Silva, espulso forse esageratamente dal direttore di gara. Per il resto, tutti chiamati a scrivere ancora il proprio nome sul futuro prossimo della Lazio Primavera. La finale è lì che aspetta. 

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