Coppa Italia
D'Agostini firma la qualificazione! Juve ko: la Lazio vola ai quarti di finale
JUVENTUS Zelezny, Gil, Bassino, Martinez, Pagnucco (1'st Firman), Ngana (24'st Mazur), Florea, Savio (19'st Grelaud), Grosso, Pugno (19'st Biggi), Crapisto (24'st Scienza) PANCHINA Radu, Firman, Boufandar, Domanico, Giorgi, Finocchiaro, Scarpetta ALLENATORE Montero
LAZIO Renzetti, Bedini, Ruggeri, Dutu, Milani, Bordon, Sardo (42'st Nazzaro), Yordanov (29'st Cuzzarella), Saná Fernandes (42'st Cappelli), Sulejmani (18'st Di Tommaso), D'Agostini PANCHINA Magro, Petta, Tredicine, Bigotti, Marini, Zazza ALLENATORE Sanderra
MARCATORI D'Agostini 14'st
ARBITRO Zago di Conegliano ASSISTENTI Ravera di Lodi e Morona di Treviglio
NOTE Ammoniti Bordon, Ngana, Bedini, Firman, Martinez Angoli 4-6 Fuorigioco 2-1 Rec 5'st
Il presente serve a ricordare il passato, per capirne gli insegnamenti, ma soprattutto per cambiarlo in positivo, come continua meravigliosamente a fare questa Lazio. Negli ottavi di Coppa Italia Primavera, le Aquile sbancavo l'Ale e Ricky di Vinovo, passando su un campo in cui non vincevano dal 2017, e accedendo così ai quarti di finale ai danni della Juventus. Un altro passo importante nel cammino di una squadra diventata ufficialmente grande, in grado di togliersi soddisfazioni stupende ogni settimana.
Déjà vu d'ottobre
In una stagione che non ha eguali in termini di sogni e speranze per i biancocelesti, anche la Coppa Italia può essere un nuovo palcoscenico su cui mostrare l'eleganza del proprio volo. Dopo aver eliminato Cosenza e Frosinone, il team di Sanderra torna a sfidare la Juventus dopo la gara di campionato, con l'idea di compiere l'ennesimo capolavoro. Anche perchè adesso si è diventanti grandi, e le attenzioni raddoppiano in ogni momento. Schieramente ed animi contrapposti rispetto alla Vecchia Signora, la peggior difesa delle prime dieci del campionato, contro dei romani per ora granitici lì dietro, a conferma di come la retroguardia sia il reparto migliore a disposizione. Le battute iniziale vedono un avvio intenso delle due compagini, che si sfidano a viso aperto, anche se sulla lunga gli ospiti fanno valere maggiormente la loro impronta, concedendo giusto il gioco laterale ai bianconeri, i cui cross non pungono quasi mai. A forza di combinazioni invece i capitolini cercano di esser pericolosi, arrivando un paio di volte in area di rigore, senza riuscire a calciare. Quando il varco è chiuso, si passa alle palle alte, dove la Lazio sa far male; il solito ricamo di Milani cerca la testa di Dutu, la connection tra i due è automatica, per quanto lo stacco del centrale sorvoli la traversa. Il ritmo alto rende la partita assolutamente godibile, nonostante le occasioni non abbondino, con Ruggeri e compagni sempre più presenti però nelle zone offensive. D'Agostini, seppur oggi spostato a destra, compie un movimento da attaccante sul cross di Saná, trovando l'opposizione del difensore. Più avanti invece è lo stesso Martinez ad andare vicinissimo alla frittata, con un retropassaggio rischioso che a momenti begga Zelezny. Il copione mostra le sue righe più significative, dando vita allo scorcio più avvincnente del match, dominato interamente dai capitolini. La Juve non varia di un millimetro il suo piano, per quanto i piemontesi provino a spingere, dovendo però correre ai ripari sulle folate avversarie. Dutu apre il compasso con il destro in direzione Saná, che davanti a Zelezny tocca troppo debolmente, riuscendo ad avanzare ma non a superare il portiere, facendo sfumare la chance più ghiotta di una frazione che si chiude comunque a reti bianche.
Dal 2017 ad oggi
L'incipit della gara ci fa capire come muovere lo score sia tutt'altro che semplice, alla pari del confronto in campionato di due mesi fa, terminato 0-0 in quel del Fersini. La voglia delle squadre di non allungare la gara oltre il novantesimo comunque rimane, tanto che nella ripresa lo spartito continua a prevedere un tono acceso. Il continuo ping pong tra le compagini viene accelerato dall bordata di Grossi al sesto, su cui Renzetti è salvifico, sporcando in corner. Lo squillo viene compreso a dovere dalle Aquile, che rialzano il loro baricentro, tornando a dominare nei duelli in mezzo al campo. La via più insidiosa son sempre i calci di fermo, e dopo qualche pennelata di Milani, arriva quella di Yordanov al 14'. Il bulgaro dipinge bene in area di rigore, il solito Bordon s'inserisce tra le marcature, schiacciando di testa un pallone che finisce sul palo, rimane lì fino a quando D'Agostini non piazza la zampata che porta in avanti i suoi. Il gol fa scatenare la gioa dei biancocelesti, ora galvanizzati anche tra le linee, tenendo alta la concentrazione, per arrivare a tagliare il traguardo. I ragazzi di Sanderra sono ad un passo dal prendersi un'altra partita nel loro cammino, entrando potenzialmente tra le otto migliori della competizione. Il fatto inoltre che non si vinca in quel di Vinovo da ben sei anni sprona ancor di più gli ospiti, perfetti nell'arginare la manovra bianconera, senza concedere spazi o possibilità ai rivali odierni. I padroni di casa però non si arrendono, come insegna la loro storia, provando nel finale il forcing decisivo. L'ingresso di Scienza scuote i torinesi, tanto che l'esterno sfrutta una piccola disattenzione di Milani, ma poi al ridosso dell'area spara altissimo. Le sue folate non terminano qui, e allora deve salire in cattedra un super Renzetti. Il classe 2006 sfoggia la sua classe tra i pali, prima alzando in corner il tentativo del diciannove, andando giù invece come un gatto più tardi sulla pericolosa botta di Grosso. Il brivido diventa paura per i romani quando una ribattuta dello stesso tiro finisce in rete, anche se il guardalinee tira su la bandierina per il fuorigioco. Due o tre attacchi però non fanno crollare il castello, soprattutto quando le fondamenta sono talmente solide da saper soffrire a dovere, reggendo poi nell'attesa dell'apoteosi finale. I minuti passano, la tensione si allenta diventando euforia al triplice fischio, per un'altra emozione vissuta in questa stagione. La Lazio è diventata davvero grande, e adesso tutti devono fare attenzione, perchè queste Aquile non hanno intenzione di fermarsi.