l'intervista
Trotta su Mancini-Sarri: “Sto con il tecnico del Napoli”
L'ex azzurro, oggi mister del Palocco, dice la sua sulla polemica tra i due allenatori: “In campo succede di tutto, ma che figuraccia Mancio...”
La polemica scoppiata tra Roberto Mancini e Maurizio Sarri nel post partita di Tim Cup tra Napoli e Inter tiene banco ormai da giorni. Sui quotidiani sportivi nazionali non si parla d'altro, nei salotti televisivi lo stesso. Sul web, manco a dirlo. E l'opinione pubblica si divide in pro Mancini e pro Sarri. Un tam-tam mediatico che non ha nulla a che vedere con il mondo dei Dilettanti. Il professionismo è un altro calcio, un altro spettacolo, un altro business. Noi però, cogliendo la palla al balzo, dalle scintille di Napoli - Inter abbiamo voluto tracciare un ponte tra questi due mondi. In che modo? Interpellando sulla questione un personaggio che ha calcato i grandi palcoscenici in prima persona e oggi è alle prese con la gavetta per poterci ritornare in altre vesti. Ivano Trotta, ex calciatore professionista, allena il Palocco in Promozione e in passato la sua strada incrociò quella dell'allenatore Sarri, in un Napoli – Arezzo di Serie B. A mister Trotta, che ai piedi del Vesuvio ha lasciato un pezzo di cuore e che un domani spera di ripercorrere le orme del tecnico campano, abbiamo chiesto un parere (senza entrare nel merito di razzismo e omofobia) sull'episodio che sta dividendo l'Italia del pallone, in questa intervista dove si è parlato anche della sua attuale esperienza da tecnico.
Ivano Trotta, che idea ti sei fatto sulla polemica tra Mancini e Sarri e sugli insulti rivolti dal tecnico del Napoli al suo collega?
“Penso che sia una pagliacciata dell'allenatore dell'Inter, da lui non me l'aspettavo. E quando alla fine vai a scoprire che Mancini in passato aveva rivolto la stessa parola a un giornalista...beh, ha fatto una figuraccia doppia. Ci può stare che in campo si dicano o si facciano delle cose. É successo di peggio. Ho visto volare sputi e insulti razzisti pesanti, di quelli che non vanno detti. In campo è sempre successo e quasi sempre la cosa è stata messa a posto lì per lì, senza strascichi. Ricordo il pugno di Materazzi a Cirillo. Come ha detto Reina: la cosa deve finire lì e basta”.
Mi sembra di capire che sei pro Sarri.
“Assolutamente sì. Sarri non è da colpevolizzare in questo modo. Certo, se uno determinate cose non le pensasse e non le dicesse sarebbe meglio, ma non per questo si deve creare una cosa mediatica di tali dimensioni”.
Mister, con Maurizio Sarri vi siete quasi incrociati nella stagione 2006/07 in un Napoli -Arezzo di Serie B, quando tu giocavi con gli azzurri e lui era subentrato ad Antonio Conte sulla panchina dei toscani; “quasi”, perché in quella partita non scendesti in campo.
“Sì è vero, all'andata c'era Conte. E al ritorno non ho giocato...Ecco perché non me la ricordo! (ride, ndr)”
Sarri, un allenatore venuto dal basso: quanto conta secondo te la gavetta?
“Conta tanto e ritengo determinante l'esperienza che sto facendo qui a Palocco da ormai tre anni per potermi confrontare in futuro con categorie superiori. Sarri dimostra che la gavetta serve, perché quando arrivi a certi livelli riesci a mantenere un profilo basso e una certa umiltà che ti contraddistinguono”.
Chi vince lo Scudetto in Serie A?
“Lo vince la Juventus o il Napoli”.
Invece lo Scudetto del tuo Palocco quale sarà?
“Lo scudetto del Palocco sarà intanto arrivare alla semifinale di Coppa Italia. Poi vediamo...”
Chiudo con una battuta. Domenica, durante Palocco – Compagnia Portuale il mister avversario Masismo Castagnari ti dà del “finocchio”. Tu cosa fai?
“Per prima cosa gli dico che si sta sbagliando (letteralmente: Te stai a sbajà!, risate ndr). E sicuramente non vado a decantarlo sui giornali”.