il punto

CPC, col Paliano l'ultimo esame: una Coppa per "rilanciarsi"

Sfumata la vittoria del campionato, per la squadra di Paolo Caputo l'obiettivo è alzare al cielo il trofeo contro i ciociari

Il 18 maggio Compagnia Portuale - Città di Paliano sarà la finale di Coppa: La testa, nel clan portuale è già lì; per il secondo posto matematico in campionato, manca infatti una banale formalità. Paolo Caputo non ha più creduto in un tracollo finale della Corneto Tarquinia. Ed ha fatto bene perché la regina indiscussa del girone A, ha piegato pure la Duepigreco durante una domenica meteorologicamente infernale: vivendo più di una mezz’ora finale, tra l’altro, con un uomo in meno. Tattiche, moduli, ricami o meno, tutto va a farsi benedire. Sì, la Corneto ha vinto il campionato ma la Compagnia Portuale comunque lo ha perso: la Roja ha disputato una grande stagione certo ma era la favorita numero 1 per la vittoria finale.I viterbesi hanno mostrato, rispetto ai portuali, una qualità indubbia, ostentandola a più riprese per tutto l’arco della stagione: il carattere. La CPC ha perso due volte su due coi rossoblù subendo 5 reti, senza mai andare a segno: per lei che in goal ci va con una frequenza superba è uno smacco. Il duello non c’è mai stato. La Corneto Tarquinia è stata più solida, tosta, concreta meno bella si ma pronta a sguazzare anche nel fango: non è poco e i numeri lo hanno ampiamente dimostrato.Dovrà rifletterci su la Compagnia Portuale e bene, perché, il Città di Paliano con la Corneto Tarquinia ha vinto per due volte e in entrambe le circostanze i ciociari non hanno subito neanche un graffio. Dodici giorni serviranno alla CPC per calarsi in quello che si preannuncia come l’ennesimo esame di maturità da parte di un gruppo allestito per approdare comunque in Eccellenza già da fine maggio. Perdere la Coppa non precluderebbe nulla: resterebbero i play off da giocare e con una netta posizione di vantaggio, da seconda nel tabellone. La Coppa ora. Non solo un appuntamento con la storia ma essenzialmente con se stessi perché i più bravi devono dimostrarlo di esserlo, non sempre certo ma durante gli eventi che restano ai posteri sì, li devono.

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