Fregene Maccarese, Buscia: "Cerveteri? Vogliamo batterlo"

L’ottavo posto parziale non può saziare affatto un guerriero come Danilo Buscia che al Fregene Maccarese, è indubbiamente la stella che carte alla mano, più brilla. Ex Roma ed Ostia Mare, Buscia è approdato alla corte di mister Ceccarelli dopo aver contributo l’anno scorso alla salvezza della squadra del suo amato quartiere: la Polisportiva Pian Due Torri. “Stiamo - narra Buscia - vivendo un buon momento. Domenica col Canale Monterano abbiamo preso un punto ma eravamo reduci anche dalla gara di Coppa col Ferentino. L’undici di Graniero è una squadra ben attrezzata; a noi, con loro, è mancata un pizzico di lucidità ma siamo stati anche sfortunati in occasione del goal preso che ha poi determinato il punteggio di parità finale”. La rincorsa del Fregene Maccarese ad un clamoroso, a questo punto, terzo posto prosegue comunque.“ Noi - prosegue l’ex PDT - a questo lungo viviamo alla giornata, senza programmare poiché nelle nostre condizioni non è opportuno. Sappiamo che possiamo battere chiunque, per cui scendiamo in campo sempre per conquistare i tre punti e soprattutto per consegnare al nostro magazziniere maglie intrise di sudore a fine gara: abbiamo l’obbligo di dare comunque sempre tutto”. Questo perché al Fregene Maccarese, il forte centrocampista romano del Trullo si sente come a casa sua: coccolato e apprezzato per ciò che è. “Assolutamente. Al Paglialunga ho trovato l’ambiente ideale per esprimermi al massimo: al Fregene Maccarese sono letteralmente rinato”. Quindici punti separano la capolista del girone A di Promozione Città di Cerveteri da Buscia e compagni che sono distanti però solo 6 punti dal terzo posto valido i play-off: nel prossimo turno ecco il Fregene Maccarese ospite della regina trascinata sin qui da un super Teti. “Ci attende -conclude Il noto mediano - un match bellissimo a livello mentale da vivere. Noi vogliamo vincere questa partita. Rispettiamo il Città di Cerveteri ma andremo al Galli per disputare la nostra ambiziosa gara, senza alcun timore reverenziale”.