L’INTERVISTA

Nicholas De Santis tuona: "Ostiantica, servono gli attributi!"

Valerio D’Epifanio

Nonostante abbia già segnato ben 16 reti, la classifica dell’Ostiantica di mister Cerrai non è delle migliori con il quartultimo posto a 19 punti: Nicholas De Santis si dichiara pronto a lottare fino all’ultimo per restare in Promozione e cerca di scuotere la squadra.

Buongiorno Nicholas, tu continui a segnare a raffica ma la squadra si trova in grande difficoltà: come ti spieghi questa fase che vi ha portato in una posizione molto pericolosa di classifica? Hai delle motivazioni che secondo te motivano questo grande calo? Come pensi se ne possa uscire almeno per mantenere la categoria?

"Ultimamente siamo entrati in un vortice di negatività che purtroppo ci sta condizionando molto per quel riguarda i risultati. Le prestazioni sembra strano dirlo ma ci sono perché la squadra c’è, abbiamo un’ottima formazione. I gol che riesco a fare arrivano grazie al contributo della squadra ma questo non è sufficiente per ottenere risultati fin qui purtroppo. Dobbiamo cambiare mentalità perché ad inizio anno eravamo partiti con un progetto che poi è cambiato in corso d’opera, la squadra si è modificata molto strada facendo ma sono ottimista per questo finale di stagione".

La tua carriera sarebbe dovuta essere molto differente: perché a tuo avviso non sei arrivato nel grande calcio e speri ancora che possa arrivare un’occasione importante per te o preferisci dare priorità al lavoro? Quale è l’anno trascorso che ricordi con più piacere?

"Credo di non essere arrivato in altri palcoscenici un po’ per sfortuna un po’ per infortuni un po’ per qualità fisiche, tecniche e mentali, non sono mai stato seguito abbastanza. Ricordo l’esperienza della finale di Coppa Italia con l’Albalonga dove ci scontrammo contro un certo Messias che stava a Chieri abbiamo perso 2-1 e l’anno dopo mi sono messo a lavorare perché ho deciso di dare priorità a quello a 20 anni. Non me ne pento perché so che magari con le doti che avevo potevo fare qualcosa di più grande fino a 36-37 anni ma poi avrei dovuto fare altro. L’anno che ricordo con più piacere dove forse ho giocato meno è quello con la Primavera della Roma avendo avuto a che fare con tanti ragazzi che adesso stanno in Serie A, come Lorenzo Pellegrini che ora è il capitano giallorosso della prima squadra. Mi hanno insegnato tanto, abbiamo fatto esperienze importanti insieme, abbiamo viaggiato molto insieme. Nella Youth League abbiamo raggiunto la semifinale, in Coppa Italia abbiamo conquistato la finale. E’ l’anno in cui sicuramente mi sono sentito più calciatore anche in modo superiore rispetto a quando ho fatto la Serie B con il Frosinone".

In tutti questi anni chi sono i 3 giocatori che ti hanno lasciato più il segno in positivo sia dentro che fuori dal campo?

"I tre giocatori che mi hanno lasciato più il segno sono mio fratello, Manuel De Santis, con cui ho giocato insieme, con cui sono cresciuto e da cui ho imparato davvero tutto, come ci si comporta in uno spogliatoio, in campo e come devi pensare per essere giocatore. Come altri due cito Lorenzo Pellegrini, perché è diventato capitano della Roma e già ai miei tempi era di un altro livello non solo in campo, e Daniele Verde, che è stato il giocatore che più mi ha impressionato in tutti gli anni che sono stato tra i professionisti a livello giovanile".

Quale pensi sia il tuo futuro nel mondo del calcio? Ti piacerebbe oltre al calcio giocato cimentarti in altro che sia allenatore o direttore o pensi che una volta finito lascerai questo mondo? Cosa pensi del mondo del calcio?

"Penso che continuerò a vedere il calcio magari andrò a vedere qualche partita ma non penso di voler allenare o fare il direttore. E’ ovvio che nella vita ‘mai dire mai’, se dovesse capitare un’occasione buona e divertente che mi mette a mio agio potrei rifletterci".

Quale è il tuo sogno nel cassetto nel 2022?

"Il mio sogno nel cassetto quest’anno è salvarmi con l’Ostiantica a tutti i costi, siamo convinti che possiamo riuscirci ma ci dobbiamo mettere gli attributi, altrimenti non si va da nessuna parte".

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