l'intervista

Dal coma al ritorno in campo, Natil Cristini: "Sognavo questo momento da sei mesi"

Laura Fantini

Il periodo buio sembra essere definitivamente alle spalle. Natil Cristini è tornato finalmente ad assaporare il terreno di gioco, dopo il brutto incidente, nell'ultima gara del Città di Paliano. L'esterno classe 1999 racconta le sue sensazioni partendo dall'episodio che lo ha tenuto fuori per diversi mesi.

Natil 6 mesi fa sei stato vittima di un brutto incidente. Varie fratture, rottura del ginocchio e coma. Come hai vissuto il risveglio?

"Era maggio e non stavo passando un bel momento. La settimana prima dell’incidente avevamo giocato il playout a Genazzano ed era andata male, poi il sabato successivo ho avuto il frontale in strada. Ho riportato fratture in testa e danni ai polmoni, mi son rotto il femore. Il risveglio dal coma è stato traumatico, inizialmente non avevo capito ciò che mi era successo e la gravità, ma quando sono tornato cosciente la mia prima domanda è stata se potevo tornare a giocare a pallone!"

Un grande spavento per familiari ed amici, ma anche per il Città di Paliano la Società in cui giochi da tre stagioni.

"Il dispiacere che ha provato la mia famiglia è indescrivibile. Dopo qualche giorno dal risveglio mi è stato riconsegnato il cellulare e ho visto i tanti messaggi di amici e dei miei compagni di squadra, che reputo fratelli, anche a distanza mi sono sempre stati vicini. E' il terzo anno che sto a Paliano, il gruppo di base più o meno è quello, io mi trovo benissimo. La Società non mi ha mai lasciato, per me è una seconda casa, per me è famiglia".

Domenica scorsa, nella gara fuori casa contro il Lariano, sei stato impiegato dal mister negli ultimi 20 minuti. Un ritorno graduale. Cosa hai provato? E come ti hanno accolto i tuoi compagni?

"Si, domenica ad inizio secondo tempo il mister mi dice di scaldarmi. Non stavo nella pelle, quel momento lo sognavo da 6 mesi. Non vedevo l'ora di tornare in campo con i miei compagni e lottare al loro fianco. Quando sono entrato ho avuto una scarica di adrenalina impressionante, una sensazione unica mai provata, la ricorderò per sempre. I miei compagni sono fantastici, quando il mister ha consegnato le maglie e alla 15 ha pronunciato il mio nome, mi hanno festeggiato è stata una grande emozione. Io poi ho fatto un piccolo discorso, ma queste sono le cose "sacre" dello spogliatoio…"

Questo ritorno in campo è stato il frutto di un periodo di duro lavoro. Che percorso hai affrontato per raggiungere il tuo obiettivo?

"Sei mesi di lavoro continuo. Dopo qualche giorno dall’intervento al femore ho subito iniziato la fisioterapia, non ho mai mollato. Fisioterapia, piscina e palestra ogni singolo giorno. Poi sono rientrato nel gruppo squadra, io facevo preparazione differenziata a bordo campo e loro si allenavano normalmente, io li guardavo e smaniavo. Ho lavorato tanto, ho cercato in tutti i modi di accorciare i tempi per tornare a disposizione del mister e dei compagni. Il brutto momento è passato e sono felice. Ora voglio solo dare il meglio di me per il Città di Paliano, per la Società e per i nostri sostenitori".

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