l'intervista

Monterotondo, un trionfo di testa. Gregori "Non ce n'è stato per nessuno"

Un annata dolceamara quella vissuta da Attilio Gregori, allenatore del Monterotondo che ha trascorso la seconda metà di stagione – e quindi la vittoria del campionato – lontano dal campo per squalifica: "Purtroppo ho dovuto soffrire nel girone di ritorno, per cui non ho vissuto benissimo la vittoria. Per metterla in un altro modo, sono riuscito a vincere un campionato da casa…". Questo il commento, invece, sulla stagione in generale: "Sono sensazioni bellissime, soprattutto essendo di Monterotondo la vittoria ha un gusto totalmente diverso. Abbiamo raggiunto questo traguardo in mezzo a tantissime difficoltà, in un anno pieno anche di storie personali che mi hanno colpito. Abbiamo sempre dovuto lavorare sull’autostima e sulla consapevolezza, perché nel nostro girone c’era una squadra costruita, come la nostra, per puntare alla Promozione. Le qualità tecniche della squadra erano di gran lunga superiori a quelle di tutte le altre, tranne forse al Città di Rieti che stava al nostro livello. Abbiamo dovuto insistere per inculcare nella testa dei ragazzi che fossimo una squadra forte e difficilmente battibile, che era la realtà. Infatti i risultati alla fine ci hanno dato ragione e abbiamo concluso il campionato da imbattuti". Poi il mister vuole sottolineare la stagione di due pilastri della squadra

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"I ragazzi sono stati tutti bravissimi, ma vorrei comunque spendere due parole su Matteo Federici e Alessio Picchieri, i due giocatori più esperti che nel girone di ritorno sono stati il motore di questa squadra. Alessio si è messo a disposizione nonostante la sua grande esperienza e ha diretto il reparto difensivo con la sua personalità, mentre Matteo ha determinato alcune partite grazie ai suoi gol come ha sempre fatto nell’arco della sua carriera”. Alla domanda su quale sia stata la partita della svolta, Gregori ne indica due: "In primis la più importante, l’andata con il Rieti in cui c’è stato il sorpasso in classifica da parte nostra, poi non dimenticherei la prima giornata del girone di ritorno contro l’Accademia Calcio Sabina nella quale abbiamo segnato il gol vittoria sul gong, giocando tutto il secondo tempo in dieci uomini”. Il percorso del Monterotondo ha avuto comunque un periodo in salita: “Il momento più difficile lo abbiamo vissuto a dicembre, quando abbiamo collezionato quattro pareggi di fila che ci hanno fatto perdere i numerosi punti di vantaggio che avevamo accumulato sulle seconde, ci hanno avvicinati Rieti, Soratte e Fiamignano. È stato il periodo peggiore perché oltre a non fare risultato non riuscivamo neanche ad esprimerci e giocavamo delle brutte gare. È stato un mese continuo con questa tendenza, poi i ragazzi sono stati bravi a riprendersi e a ritornare al discorso iniziale, tornando a fare vittorie su vittorie: nel girone di ritorno abbiamo perso punti solamente con un unico pareggio. I nostri punti di forza sono stati l’apporto dato dai ragazzi che hanno giocato meno, se non ci fossero stati loro talvolta non avremmo portato a casa delle vittorie. E poi un altro fattore importante è stata la società che ci ha sempre supportati”. Per concludere, qualche parola di ringraziamento al mondo del Monterotondo: “I ringraziamenti vanno in primis a tutti i ragazzi, senza dimenticarne nessuno, alla società che ha permesso a me e al mio staff di lavorare con una squadra molto competitiva, ai direttori Alessio Zitelli e Mattia Recchi, e quelli più importanti verso i nostri tifosi che ci hanno seguiti per tutto l’anno, in casa e fuori, togliendo tempo alle loro famiglie. Infine voglio ringraziare quello che è stato il vero allenatore di questa squadra, Giampaolo Matrone, che mi è stato vicino e mi ha supportato in questi mesi che ho vissuto da “esiliato”. Delle volte ha dovuto anche prendersi delle responsabilità che non gli erano state richieste inizialmente: è una figura importantissima per la crescita di questa società".

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