Davide Groos e i suoi primi 200 "Il calcio mi ha aiutato nella vita"

Un cerchio che si è chiuso in sette anni, con in mezzo due campionati di fatto annullati per via della pandemia. Il tempo sarebbe stato nettamente più breve per arrivare al nuovo traguardo se non ci fossero stati eventi extra calcio a rallentarlo. Perché Davide Groos è bomber di razza e l'ha sempre dimostrato, anche quando gli anni hanno iniziato a farsi sentire. 

"200 è sicuramente un bel traguardo - sentenzia - al calcio ho dato tanto, ma tutto quel che ho dato mi è stato ricambiato. E' una grande soddisfazione riuscire a firmare un record di questo tipo, in una carriera in cui si intersecano tante gioie e altrettanti dolori. Ovviamente le partite in cui vinci sono quelle che ricordi con maggior piacere e l'ultima è stata la vittoria della Coppa con la Lodigiani, in cui sono stato protagonista però fino ai quarti. Ho segnato il gol che si è poi rivelato determinante per centrare il passaggio del turno contro il Valmontone. Poi, purtroppo, ho avuto l'infortunio al crociato, il secondo". 

La scelta di non fermarsi perché "Il calcio mi ha dato tutto, anche a livello personale nella vita, nei momenti più difficili" e di tornare in un club con cui il rapporto sembra andare ben oltre il rapporto di campo "Anche se non sono più un bambino, ho scelto di giocare con loro, che puntano molto sui giovani. E' stato come tornare a casa. E' un ambiente pulito, familiare e, soprattutto, molto organizzato. Sono affezionato alle persone che ci lavorano: per me la Fonte Meravigliosa è un club professionistico all'interno dei dilettanti. Adesso in gialloblù ci giocano anche i miei figli. Dopo l'infortunio avevo bisogno di una realtà come questa che mi permettesse di recuperare nel più breve tempo possibile e, cosa non di poco conto, è molto vicino a dove abito. Grazie allo staff che il club mi ha messo a disposizione (insieme al lavoro del dottor Perugia e del suo staff) sono riuscito a tornare in campo e, dopo qualche apparizione, contro lo Zena ho iniziato dal primo minuto ed ho anche trovato il gol. Sono contento che il mio 200esimo sia arrivato con la Fonte, società che non ha dovuto convincermi più di tanto. Dopo l'infortunio ho incontrato Riccardo Neri, avevo ancora le stampelle. Gli dissi "Io vengo qui". Lui magari all'inizio non era molto convinto, poi ci siamo parlati e ci siamo trovati subito. Tra noi c'è un rapporto forte, lo apprezzo sia come uomo di calcio che come persona".  

Una stagione in cui la Fonte ha pagato forse troppo lo scotto di una rosa giovanissima, ma che sta disputando un campionato di tutto rispetto "Un campionato livellato, con una squadra a mio avviso forte ma giovane. E quando si è molto giovane è più facile incappare in alti e bassi come è successo a noi. Siamo in una zona di classifica che non ci appartiene, nel girone di andata eravamo riusciti anche a centrare sei vittorie consecutive avremmo potuto cogliere molte più soddisfazioni, ma penso che in rosa ci siano dei talenti che in poche realtà possono vantare.

Questo perché la società lavora benissimo proprio in quest'ambito. Io, rovino un po' l'età media (ride, ndr) in un gruppo che gioca e si diverte. Spero di dare il mio contributo nel farli crescere in modo da regalare alla Fonte sempre più soddisfazioni in futuro. Un futuro sul quale mi soffermerò a fine stagione, fin quando sarò felice di quello che faccio continuerò".