L'intervista
Nettuno, Delle Donne va oltre la salvezza "Qui sono cresciuto come tecnico"
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Mister Angelo Delle Donne, tra gli artefici della salvezza del Nettuno, racconta la sua proficua esperienza vissuta sulla panchina verdeblu. In un’annata iniziata tra difficoltà e incertezze, è riuscito a conquistare la salvezza, dopo un girone di ritorno di grande spessore.
Parliamo della stagione appena conclusa. Qual è il bilancio della tua esperienza a Nettuno? "È stata un’esperienza positiva sotto ogni punto di vista. L’ambiente mi ha accolto bene, e soprattutto i ragazzi, dopo un iniziale periodo di assestamento – comprensibile, considerando che venivano da una guida tecnica (Panicci ndr), che per loro era quasi un padre – hanno saputo aprirsi e accettarmi. Non ero di Nettuno, venivo da fuori, eppure dopo pochi giorni mi hanno trattato come uno di loro. Credo che proprio lì risieda la forza della nostra stagione: nel momento in cui hanno fatto uno switch mentale e si sono messi a disposizione, è cambiato tutto".
Al di là della salvezza, qual è stata per te la soddisfazione più grande di questa avventura? "La soddisfazione più grande è aver costruito un rapporto che va oltre il campo, oltre il calcio. Con molti di loro si è creata un’intesa umana profonda. E non è stato tutto rose e fiori, come magari qualcuno potrebbe pensare: anche a muso duro ci siamo confrontati, abbiamo messo sul tavolo i caratteri. Ma alla fine, ognuno ha saputo mettere da parte le proprie esigenze personali per il bene della squadra. Questo è un valore che va oltre ogni salvezza conquistata".
Cosa ti ha lasciato Nettuno come piazza e come ambiente in questi mesi?
"Devo ringraziare innanzitutto Marco Tilli, che ha avuto fiducia in me, e la società che mi ha scelto. Nettuno mi ha dato tanto, soprattutto da un punto di vista personale: mi ha dato nuovi stimoli, mi ha dato forza. In questi mesi, tre o sei che siano, ho affrontato dinamiche nuove che mi hanno permesso di crescere anche come allenatore".
C’è stata, secondo te, una partita che ha rappresentato la svolta della stagione? "La partita contro la Pro Calcio Tor Sapienza. Quella gara ci ha dato consapevolezza. L’idea che potevamo vincere contro chiunque è nata lì. Non solo: ci ha fatto capire che un obiettivo che all’inizio sembrava lontano, quasi irraggiungibile, poteva invece essere centrato. Da quella partita abbiamo trovato la strada giusta".
Al tuo arrivo la rosa ha subito cambiamenti importanti. Come si è lavorato sulla rosa a disposizione? "In generale tutti si sono messi a disposizione. Il lavoro è stato prima di tutto mentale. Non era facile fare uno switch così netto, lasciare da parte il proprio ego per il bene collettivo. E invece loro l’hanno fatto. Sono stato fortunato ad allenare ragazzi così: la maggior parte del merito è loro, per la disponibilità, il sacrificio e la voglia di lottare".
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