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Il tocco del "Baroni": Frosinone e la salvezza dei desideri

Sulla panchina ciociara il toscano ha conquistato cinque punti in cinque partite (una vittoria, due pareggi e due sconfitte) e dunque ha una media di un punto per match. Basterà per rimanere in Serie A?

Maradona lo chiamava "El Cabezón", il testone.  Marco Baroni, il difensore con il vizio del gol, il 29 aprile 1990 segnò una delle reti rimaste nella storia del Napoli: vittoria sulla Lazio per 1-0 e scudetto all'ultima giornata per due punti sul Milan. "San Paolo" in tripudio. Chi se non una persona determinata e testarda a prendersi una rivincita dopo Benevento, poteva accettare l'incarico di guidare il timone di una squadra in difficoltà di gioco e risultati come il Frosinone? Baroni che prima di dedicarsi completamente alla carriera di allenatore, amava solcare il mare con gli amici ma anche da solo, perché il mare e lo spogliatoio in fondo sono legati tra loro.

Baroni e Ciano: le ancore della salvezza

"Vivo di sogni. Il mio obiettivo è quello di trasformare un sogno in realtà. E quando accetto una sfida, seppur difficile lo faccio perchè penso di poterla vincere", Baroni ha dichiarato spesso di essere un sognatore e l'ha ribadito anche domenica nel postpartita del magnifico 0-4 rifilato al Bologna di Pippo Inzaghi: da una settimana all'altra. Dall'inferno al paradiso. Il Frosinone ha una nuova mentalità vincente, originata dal pensate k.o. interno con l’Atalanta del 20 gennaio: Ciano - richiesto da Empoli, Spal e Bologna nella sessione invernale di mercato - rappresenta l'uomo chiave, è l'arma tattica giallazzurra per dinamismo e incisività sottoporta: il suo sinistro può far male a tutti e in più decisivo il cambio di passo a centrocampo con la nuova coppia di interni Chisbah-Cassata e Maiello in cabina di regia. Da verificare la difesa, in coincidenza dell’imminente rientro di Ariaudo. I 42 gol al passivo dimostrano la fragilità del reparto che Baroni sta cercando di curare. Il primo gol su azione del Frosinone baroniano è stato quello di Paolo Ghiglione a Bologna. Un gol arrivato grazie alla perfetta interpretazione del 3-5-2 da parte del Frosinone. Con un centrocampo cosi folto, bisogna sfruttare al meglio gli esterni e il Frosinone lo ha fatto egregiamente. Il gol dell'esterno classe '97 è infatti arrivato da un traversone di Beghetto sulla sinistra. Da una fascia all'altra, dalla sinistra è arrivato il cross e dalla destra l'altro esterno (Ghiglione) si è accentrato in area per battere a rete. Quella sul Bologna per 4-0 è stata la vittoria in trasferta più larga della storia del Frosinone in serie A. In realtà al momento non è solo la vittoria più larga lontano dalla Ciociaria, ma quella dal divario più netto in assoluto ottenuto dai giallazzurri nel massimo campionato. Prima del successo di Bologna il successo più netto in trasferta del Frosinone era il 3-0 inflitto alla SPAL. La sfida-sogno di Baroni ora è la salvezza. Seguire le parole del proprio allenatore, potrebbe essere la ricetta giusta per crederci fino alla fine. Perché il calcio è così e, da una settimana all'altra, si è passati dall'inferno al paradiso. Un febbraio di fuoco con Lazio e Roma in casa, Samp e Juve in trasferta non deve mettere paura. Si salvi chi può. Frosinone is on fire. 

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