Europa League

La Lazio vede rosso col Siviglia, ma è un toro senza corna

Brutta sconfitta casalinga per gli uomini di Inzaghi che tra assenze ed infortuni a partita in corso non riesce proprio a farsi valere

La vigilia Mentre in tutti i salotti televisivi impazzano le discussioni sulla ridicola faccenda Icardi, con il giocatore che non parte nemmeno per la trasferta a Vienna, la Lazio ha ben altro a cui pensare. Milinkovic e Immobile non ci saranno. Per il primo non si tratta di una novità; dopo il risentimento muscolare rimediato nella gara con l’Empoli per il serbo si prevedono due o tre settimane di stop. Discorso diverso per Immobile, che da leader vero e proprio della squadra voleva esserci, nonostante qualche problemino ancora da smaltire sulle spalle, lui vuole esserci sempre, come lo scorso anno quando arrivò con più di qualche acciacco alla sfida-spareggio contro l’Inter per guadagnarsi un biglietto in Champions League. Il popolo laziale deve davvero tanto a questo trascinatore immenso, che però come detto oggi non ci sarà ed allora è giusto passare oltre, concentrandoci invece su chi avrà la possibilità di scendere in campo. Al suo posto a guidare l’attacco ci sarà nuovamente Caicedo, una scelta forzata dato che sono loro due gli unici attaccanti a disposizione di Inzaghi. A dargli supporto ancora Correa, dal quale tutto l’ambiente si aspetta davvero molto perchè si tratta dell’unico giocatore presente capace di cambiare il volto di una partita grazie alla sua imprevedibilità e velocità. Per il resto il tecnico piacentino non stravolge la squadra e non regala grandi sorprese, con il ritorno di Marusic a calpestare la fascia destra e Luis Alberto che lavorerà come mezzala nel folto centrocampo laziale.


I dati In una cornice di pubblico che si addice perfettamente ad un’Europa minore, complice sicuramente anche l’orario della gara, la Lazio si giocherà molto in questa delicata sfida. Il Siviglia, infatti, è la squadra che ha segnato di più in questa Europa League; 18 sono le reti finora per la formazione di Pablo Machis, cosa che potrebbe creare più di qualche problema ad una difesa che non sempre si è dimostrata impenetrabile come quella laziale, che solo in Europa League ha incassato ben 11 reti nelle solite rocambolesche gare alle quali ormai tutti i tifosi saranno abituati ad assistere in questa competizione. In ogni caso la squadra biancoceleste dovrebbe arrivare più che motivata a questa sfida; bisogna cancellare al più presto dalla memoria quei 15 minuti di follia dello scorso anno nella sfida con il Salisburgo che sancì la sua uscita ai quarti. Ma bisogna anche migliorare quanto fatto vedere dagli uomini di Inzaghi nella fase a gironi di quest’anno. Un sorteggio che sin da subito era sembrato ostico, è vero, ma che poi vide uscire la squadra considerata più temibile, il Marsiglia del già conosciuto Garcia, che riuscì a collezionare un solo punto, mentre a sorprendere tutti fu’ l’Eintracht di Francoforte, che chiuse a punteggio pieno. La Lazio allora tra alti e bassi si piazza seconda, consapevole di poter fare molto di più. Ecco subito la giusta punizione, la dea bendata che palleggia consegna ai biacocelesti in regalo un ottimo banco di prova per mostrare il suo valore: Lazio - Siviglia sia.


La partita Ennesima delusione della stagione, ennesima contro prova che la squadra è corta e mal assemblata e che quando non tutti sono al 100% fisicamente questa formazione è destinata a non andare lontano. Finisce 0-1 perchè il Siviglia grazia una Lazio davvero impalpabile capace di un solo tiro nello specchio, un paio che si spengono sul fondo e nulla più. Ad aggravare la brutta prestazione arrivano anche altre due cattive notizie: Luis Alberto costretto ad uscire a fine primo tempo e Parolo infortunato dopo neanche tre minuti di gioco che tiene duro ma alla fine dovrà anche lui lasciare il campo ad inizio ripresa. Non si può parlare completamente di cattiva notizia invece per quanto riguarda l’infortunio di Bastos, se non fosse che Inzaghi è costretto a sprecare anche l’ultimo cambio a disposizione. Già dall’ingresso in campo le intenzioni del Siviglia sono chiare, ripartire a massima velocità perchè lì dietro la Lazio, come ci si poteva aspettare, balla e non poco. Bastos nei primi venti minuti di gara sembra giocare  in un’altra difesa, non sappiamo in quale campo, non sappiamo in quale nazione. Il Siviglia non perdona ed alla prima ripartenza costruita bene punisce: Sarabia completamente solo dopo aver ricevuto palla pennella benissimo nella zona d’ombra tra difesa e portiere dove Ben Yedder è pronto ed entra in porta con tutto il pallone. L’insicuro Bastos in questo caso probabilmente voleva salire sulle spalle di Acerbi, forse in un eccessivo slancio d’affetto o di sudditanza psicologica data la netta differenza tra i due giocatori, fatto sta che si accentra davvero troppo e dona a Sarabia tutto lo spazio ed il tempo per ricevere e calibrare al meglio il cross che confeziona il vantaggio. La Lazio prova a rispondere con il primo, e poi ultimo, tiro nello specchio; Parolo serve Marusic che tira, il portiere tocca in qualche modo, la palla passa, ma sulla linea viene allontanata Kjaer. Nella ripresa i biancocelesti sembrano non scoraggiarsi, almeno all’inizio; finalmente Caicedo tocca il primo pallone in fase offensiva e dopo un buon guizzo di Correa scaglia il pallone sull’esterno della rete. Da qui praticamente più nulla, i biancocelesti ci provano timidamente senza mai essere pericolosi, il Siviglia invece non ha motivo di rischiare e continua ad affidarsi alle ripartenze. Intanto Acerbi, che come sempre deve tenere da solo la difesa, salva un tiro diretto in porta sugli sviluppi di un corner. Infine si registrano un tiro di Leiva di mezzo metro alla destra del palo e un’occasionissima di Vazquez che salva la Lazio dallo 0-2 cincischiando troppo prima di provare il tiro, tanto per cambiare al termine di un contropiede. Insomma poca Lazio, tanto Siviglia, che si dimostra una bella squadra anche se non mette al sicuro il risultato, preferendo sempre non rischiare nulla, sebbene ad occhio e croce avrebbe potuto perchè la Lazio stasera non c’era.


Caicedo Un’ultima nota la dedichiamo a Caicedo, il vice Immobile - perchè è importante sottolinearlo ancora -, il “Pantera”, come solo a lui piace farsi chiamare, stasera si dimostra davvero un giocatore poco utile in questo tipo di partite; se la sua squadra non fa gioco lui esce completamente dal campo diventando solamente un giocatore di confusione ed irruenza. Poco importa se risolve partite contro Frosinone ed Empoli (segna su rigore), perchè è in queste partite che dovrebbe tirare fuori il meglio di sé, cercando di fare reparto da solo, visto che è costretto data la mancanza di altri interpreti. Parliamoci chiaro, la colpa di stasera non è né sua né tantomeno dell'insicuro Bastos si intende, la Lazio stasera è stata poca cosa in ogni reparto, in ogni singolo. Insomma dopo alcune prestazioni sporche ma vincenti i biancocelesti tornano a far capire a tutti che il bel gioco dello scorso anno è solo un lontano ricordo. Un lontano ricordo che, ad anni alterni, permette alla società di accontentarsi e mai che si provi a fare quel benedetto salto di qualità. Per carità. In ogni caso per il ritorno rimane ancora tutto il bilico grazie al Siviglia, ma le premesse non sono delle migliori.

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