l'intervista

Camerini invita alla calma "Attendo novità sul protocollo"

Il presidente della Cynthialbalonga chiede a tutti di restare lucidi, ma auspica alcuni cambiamenti dai piani alti

Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur, citando Sallustio. E' la sintesi del pensiero di Bruno Camerini, decano del calcio laziale e presidente della Cynthialbalonga che vive di passioni ed istinto, ma che adesso invita tutti a mantenere la calma "E' un periodo complicato, chi ha il dovere di prendere decisioni, dalla Lega al Governo e noi presidenti non possiamo permetterci di perdere lucidità". La D è stato fino allo scorso weekend l'unico campionato dilettantistico ancora attivo, poi l'inversione ad U della LND ha riportato tutti o quasi dentro lo spogliatoio in attesa di scendere nuovamente in campo con una situazione climatica diversa. "La situazione è di grandissima difficoltà, non giocare dispiace, ma questo è un problema che riguarda tutto il mondo e chi deve prendere decisioni ha un compito davvero non semplice, difficile quindi dire se sono soddisfatto o meno, sicuramente lo potrò dire con più certezza quando ci saranno delle novità, in particolare sul protocollo, che credo debba essere cambiato. Noi questo fine settimana dovevamo giocare, ma poi il Giulianova ha riscontrato un caso positivo e quindi siamo dovuti rimanere fermi. Magari poi si scoprirà che quello individuato è l'unico caso e che quindi isolato quello si possa giocare, ma nel frattempo come facciamo a conoscere la situazione di tutti gli altri? Prima che un presidente di una società di calcio sono un padre ed un imprenditore e quindi il mio compito è salvaguardare la salute di tutti e mi auguro che si possa col tempo trovare una soluzione per avere una nuova regolarità. Credo però che servano delle nuove regole sul protocollo e quando poi verranno decise delle eventuali modifiche mi esporrò. Viviamo un qualcosa che erano cento anni che non si verificava e quindi siamo tutti impreparati nelle scelte che facciamo. Non mi piace fare 0-0, ma penso davvero che in questo momento vada evitata qualsiasi polemica e lasciar lavorare chi sa quello che sta facendo, senza distinzioni di colore politico, la politica al momento non c'entra nulla. Io non sono un medico e non posso prendere decisioni su questa questione, ma come altri non possono farlo sulla mia vita professionale. Ognuno deve lavorare nel suo campo per trovare quella soluzione che permetta di poterci far riprendere. Certo è che tornare in campo troppo tardi metterebbe a rischio la conclusione del campionato, perché non essendo professionisti il 30 giugno deve concludersi la stagione e quindi mi chiedo come sarà possibile poi giocare 30 partite, quelle che restano, in pochi mesi. Possiamo solo aspettare ed affidarci alle scelte di chi è preposto a prenderle, con la massima calma e senza isterismi".

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