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l'intervista
30 Settembre 2016
Almanza, allenatore del TdQ ©Del Gobbo
Per il Tor di Quinto è stato un buon avvio di campionato: quattro punti raccolti in virtù di una netta vittoria casalinga contro il Rieti e di un pareggio nel big match in casa del Savio. Soddisfatto, di conseguenza, il tecnico Giorgio Almanza, che però non si accontenta e dimostra quella mentalità che in quel di via del Baiardo è sempre stata una costante. “Per quanto riguarda le prime gare, in generale sono contento dell'attegggiamento della squadra, ma nel particolare sono un po' rammaricato per i punti raccolti, che sono pochi rispetto a quanto espresso in campo”.
Focus E' normale, essendo ad inizio stagione, che ci siano ancora delle sotuazioni da sistemare: il giovane allenatore lo sa e resta concentrato: “Bisogna ancora migliorare in qualcosa: con il Savio è mancata un po' di lucidità e cattiveria sotto porta. Facendo un discorso più ampio, a volte commettiamo degli errori di leggerezza, superficialità, e sono situazioni da eliminare”. La categoria Giovanissimi quest'anno è riservata ai classe 2002, e Almanza spiega su quale aspetto ci si deve soffermare maggiormente affinché la crescita dei ragazzi sia massimizzata: “E' necessario lavorare molto sulla testa dei ragazzi: concentrarsi sulla mentalità dei giocatori è di fatto uno degli impegni maggioridi questo lavoro. Ogni ragazzo è diverso da un altro, ognuno ha un modo differente sia nell'approccio alla gara che nel rapporto con l'allenatore. È davvero importante la parte mentale, tenendo conto delle regole generali da rispettare sempre”.
Mentalità Non manca l'opinione riguardo la questione dei raggruppamenti che tanto ha fatto discutere: “Sui Gironi non ho sprecato tempo a vedere quali sono i criteri o le altre questioni" continua Almanza "Capitiamo nel raggruppamento che ci assegnano e basta, dobbiamo fare il meglio possibile. Un club che ambisce al titolo, al di là del Girone secondo me, se possiede valori di alto livello, in fondo poi ci arriva. L'esempio è l'Urbetevere dell'anno scorso”. Se questo è lo stato d'animo, l'obiettivo non può che essere uno per la società di Roma Nord: “Noi dobbiamo puntare al massimo, ma restando consapevoli che non basta chiamarsi Tor di Quinto per vincere. Serve dare il massimo sempre, impegnandosi tanto in ogni occasione”.
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