La Lazio, Assumma ed un derby dominato. Non ci poteva esser rivincita migliore

Come nelle favole, quelle dal finale dal più bello, che sanno regalarti gioia e soddisfazione al pari di poche altre cose. Nel corso dell’infanzia i racconti ti accompagnano in ogni loro sfaccettatura, lasciandoti dentro sensazioni uniche, in grado di farti venire un sorriso anche solo ripensando alle vicende vissute. Lì a volte però è il caso a fare la differenza, la sorte a risolvere situazioni disordinate, che potevano creare qualche disagio imprevisto, ma qui no. Non c’è proprio spazio per la fortuna, e mai ci dovrà essere. La Lazio difatti si è presa la migliore delle rivincite possibili, riscattando appieno la storta mattinata del 10 giugno scorso. Una finale di U14 Elite, il contesto perfetto per affermare il proprio dominio sulla Capitale, battendo in finale una Roma passata da mille peripezie precedenti. Ed invece il campo ha espresso un altro verdetto, scritto dalle firme di Strata e Dal Bon, facendo alzare meritatamente il trofei ai giallorossi al Cinecittà 2, dopo settanta inesauribili minuti.

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Ma questi episodi servono, anzi costituiscono le fondamenta di un percorso da intraprendere, di un cammino da completare verso quella crescita generale che a questa età è fondamentale. I 2009 biancocelesti continuano a far vedere progressi stupendi, sotto ogni aspetto, dall’atteggiamento deciso dell’inizio gara, alla voglia di non fermarsi anche quando il traguardo sembrava tagliato. Un paesaggio stupendo, coronato dalla tanta, ma tanta qualità messa sul piatto al La Borghesiana, in cui l’Aquila ha dimostrato tutto il suo istinto da predatore, matando una Lupa che forse comincia a constatare una realtà finora sconosciuta. Quella dell’altra sponda del Tevere che ha fame, carattere a dismisura, ma che soprattutto sfoggia un’unità d’intenti spaventosa, tipica di un gruppo che non ha intenzione di fermarsi davanti a niente, neanche all’ostacolo maggiore.