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LA RUBRICA
24 Gennaio 2020
Il capitano: Gabriele Giordani
Metà percorso è alle spalle, e la Pro Calcio Tor Sapienza può tirare un bilancio positivo, guardando al futuro con ottimismo. Merito - anche - della compattezza dello spogliatoio, come ha spiegato il capitano dei gialloverdi Gabriele Giordani. "In questa stagione mi sto trovando molto bene - ha affermato -. Siamo un bel gruppo, unito e ci vogliamo tutti bene. Ci frequentiamo anche fuori dal campo perché si è creato un rapporto che va oltre a quello tra compagni di squadra. Sono alla Pro Calcio da 4 anni. Per me questa società è diventata una seconda famiglia, ho un rapporto speciale con direttori e presidente perché mi hanno accolto alla grande sin dal primo giorno. Soprattutto Stefano Volpe mi ha saputo prendere subito, ora lui, per scelte personali, non è più in società, ma il nostro rapporto non si è interrotto". Il gradino più basso del podio, condiviso con il Tor di Quinto, è arrivato dopo il successo per 1-0 nello scontro diretto di sabato scorso con l'Accademia Calcio Roma. "Mi è piaciuto molto lo spirito di squadra - riprende il capitano -. La chiave della vittoria è stato il gruppo, perché tutti facevamo uno sforzo in più per l’altro, eravamo pronti a sacrificarci per l'obiettivo dei 3 punti. Stiamo facendo un buon campionato, non ci saremmo aspettati di arrivare al giro di boa in 3ª posizione, malgrado la concorrenza perché nel nostro girone dalla prima alla decima in classifica puntano tutte alle finali. La partita più bella è stata contro la Lodigiani, vinta 3-1. Tutta la squadra era concentratissima ancor prima del fischio d'inizio, e nello spogliatoio c'erano silenzio e concentrazione. Siamo entrati in campo carichi e abbiamo mostrato carattere e voglia di arrivare. Il mio rammarico principale è per la sconfitta contro il Circolo Canottieri Roma. Non eravamo con la testa giusta, abbiamo commesso un po’ di errori e perso 3-1". Giordani chiude spiegando l'obiettivo di squadra per il girone di ritorno e il significato di indossare la famigerata fascia con la 'C' maiuscola. "Il sogno di tutte le squadre penso sia lo stesso: vincere il campionato. Una posizione che sentiamo di meritare è sicuramente una tra le prime 3. Essere capitano per prima cosa è un onore, poi significa dare l’esempio in campo e fuori, ma anche consolare, spronare o rimproverare in modo giusto il compagno".
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