La Lazio è ai quarti. Un capolavoro firmato Simone Rughetti

Nel passaggio del turno della Lazio nei quarti, tanto del merito va sicuramente all’allenatore, Simone Rughetti. La doppia sfida con la Fiorentina è stata caratterizzata da un grandissimo equilibrio tra le due compagini. Nel complesso dei 160’ tra andata e ritorno a fare la differenza è stato infatti un solo gol, ed a farla propria è stata forse la formazione che ci ha creduto di più e che è riuscita a non abbattersi per la troppa tensione, bensì a restare con la testa nella partita fino all'ultimo giro di orologio. Soprattutto nella sfida di ritorno, la Lazio è stata brava nel saper soffrire nei primi minuti, non rinunciando, seppur non senza qualche difficoltà al proprio gioco, lasciando il possesso agli avversari, tentando di recuperare la sfera più bassa. Col passare dei minuti i capitolini sono usciti fuori grazie al carattere ed allo spirito giusto che le hanno consentito di respingere i precedenti attacchi viola e di affacciarsi invece nella metà campo offensiva, iniziando a spaventare i toscani. Nella ripresa, al contrario i ritmi sono calati ma è lì che arriva la mossa audace ma significativa del mister di casa. Rughetti decide di fare a meno di Clarizia e Martellucci, spostando Lulaj come riferimento centrale. Nonostante l’azzardo la mossa paga: passano solo due minuti e i biancocelesti vanno in vantaggio, indovinate come? Con l’assist dell’Ex Savio che sfrutta subito lo spazio in profondità per andare via sulla linea di fondo e servire Bagliesi al centro dell'area 

Il passaggio del turno non va spiegato solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello sociale. Osservando bene si nota come Rughetti abbia una connessione con ognuno dei suoi giocatori e riesce a muovere le sue pedine a suo piacimento. Una dote molto positiva nel tecnico che è riuscito a formare un gruppo a sua immagine e somiglianza: grinta, cuore, tenacia ma tanta sapienza tattica.

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