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l'intervista

Tariciotti: "C'è un motivo se mi chiamo Gabriel Omar..."

Al suo esordio con la maglia della Pro Calcio Tor Sapienza ha timbrato subito il cartellino dopo 9 minuti...

18 Settembre 2018

Tariciotti, a destra con la maglia della Lodigiani ©Di Menno

Tariciotti, a destra con la maglia della Lodigiani ©Di Menno

Tariciotti, a destra con la maglia della Lodigiani ©Di Menno

Ci ha messo solo 9 minuti Gabriel Tariciotti a sbloccarsi andando in gol con la maglia della sua nuova squadra, quella della Pro Calcio Tor Sapienza. Abbiamo deciso di intervistarlo e conoscerlo meglio proprio per il suo bell’esordio con i gialloverdi. L’attaccante, classe 2002, arriva dopo il trasferimento dalla Lodigiani e quest’anno, ci confessa, vuole riscattarsi e dimostrare il suo valore. La prima domanda è sul suo primo gol con il Tor Sapienza: “Sono stato molto contento di segnare, è importante per un attaccante come me. Quello che invece mi fa rammaricare un po’ è il risultato finale della partita perchè se non ci fosse stato qualche calo di concentrazione avremmo potuto portare a casa la vittoria”. Parla come un vero e proprio veterano la giovane punta e da veterano continua: “Sono contento per il gol anche perché ho ricambiato la tanta fiducia che mi sta dando mister Mariotti. Adesso devo continuare così lavorando a testa bassa e cercando di soddisfare le richieste del mio allenatore”. Poi la nostra attenzione passa ad un altro argomento, ovvero il suo trasferimento dalla Lodigiani: “Anche se potrebbe non sembrare è stata una scelta piuttosto semplice. Il mio vecchio mister non mi vedeva, ma questa è una cosa normale, che può accadere. Mi ritrovavo a giocare solo dei piccoli spezzoni di partita e, anche se rispondevo sempre presente, arrivati ad un certo punto non mi bastava più. Così ho recepito il messaggio e ho deciso di cambiare aria per approdare in una squadra in cui ho la possibilità di dare di più”. Successivamente Gabriel ci mostra la sua caparbietà e tenacia parlando del suo futuro: “Credo che il miglioramento non abbia limiti e proprio per questo voglio continuare a migliorarmi crescendo sempre più. Quello che accadrà in futuro non posso saperlo, di sicuro voglio dimostrare chi sono facendo ciò che lo scorso anno non ho potuto fare. In questo momento penso solo al presente, giornata dopo giornata”. In chiusura Gabriel ci regala un sorriso raccontandoci un simpatico aneddoto: “Il giocatore a cui mi ispiro? Senza dubbio Batistuta! Vesto in suo onore la maglia numero 18 in allenamento. Ma oltre a questo io mi chiamo Gabriel ed il mio secondo nome è Omar. Mia madre non era molto d’accordo, ma papà ha insistito tanto (ride ndr.). Batistuta è arrivato nel 2001 alla Roma e mio padre era un suo grande fan. Devo ringraziare lui per avermi trasmesso questa grande passione per il calcio”.

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