il personaggio

Petruccelli e quel "cuore" simbolo della Roma

Dal fallo che è costato il rigore al gol vittoria, la prova del centrocampista contro il Bologna è l'emblema della forza mentale dei giallorossi. E in passato...

Quella con il Bologna non è stata una partita facile. La Roma si è trovata ad inseguire dopo un primo tempo decisamente sottotono. Nella ripresa però la musica è cambiata con Alessandro Petruccelli che, dopo il guizzo di Brignola, si è eretto a vero e proprio emblema della giornata giallorossa.


Simbolo La qualità che è emersa con prepotenza dal match contro i rossoblu è stata quella della tempra morale di un gruppo che non ha mai smesso di lottare. Sotto di una rete dopo quaranta minuti tutt'altro che esaltanti, e contro un Bologna rintanato nella propria metà campo, non era esattamente lo scenario migliore per pensare al felice epilogo con cui poi si è chiuso questo primo appuntamento della Final Eight. Una prestazione che può essere tranquillamente riassunta con la prova offerta da Alessandro Petruccelli. Il centrocampista chiude la prima parte di gara con il fallo da rigore commesso in occasione del vantaggio di Djibril. Dopo questa leggerezza, lasciarsi andare era decisamente facile. Il numero dieci di Trigoria però si è rimboccato le maniche, sudato su ogni pallone che gravitava nella mediana, per poi timbrare il gol del clamoroso ribaltone. Una rete fantastica, stop in area, difensore saltato e poi quel diagonale millimetrico che si va ad insaccare all'angolino opposto con Ravaglia che non può far altro che guardare il pallone entrare. Gol che pesa come un macigno e che permette di guardare al match contro l'Atalanta con una tranquillità decisamente maggiore. Un lampo che è arrivato dopo un errore e che non fa altro che sottolineare il carattere, oltre che le qualità tecniche, di un giocatore che ha avuto il merito di non mollare mai neanche quando tutto sembrava volgersi al peggio.


Mentalità Che Petruccelli fosse un giocatore di cuore, a Trigoria, non lo scoprono certo oggi. Scavando nella carriera del centrocampista ci si rende immediatamente conto di quanto questo ragazzo abbia saputo guadagnarsi sul campo ogni singolo complimento. Arrivato dai Giovanissimi Fascia B Elite della Polisportiva Carso, viene catapultato nei Giovanissimi Nazionali di Coppitelli. Gli inizi non sono semplici con Petruccelli che parte dietro nelle gerarchie del tecnico che gli preferisce il terzetto formato da Valeau, Meadows e, ovviamente, capitan Marcucci. Lui non molla, lotta su ogni pallone seppur con un minutaggio davvero ristretto. Coppitelli se ne accorge e ben presto decide di puntare anche lui su quel ragazzo dal dente avvelenato. A fine 2014 la Roma vince lo Scudetto contro la Juventus. Petruccelli ripaga in pieno Coppitelli giocando una finale da brividi: “Petruccelli 8 In campo pare aver il dono dell'ubiquità. Sradica palloni dalle gambe degli avversari e, un attimo dopo, è già pronto a dar manforte agli attaccanti. Se Scamacca metterà l'ultima firma su questo scudetto, è lui che prepara tutte le carte. Semplicemente infinito”. Questo il commento di chi scriveva, ieri come oggi (qui il link alle pagelle della finale Giovanissimi contro la Juventus), di un giocatore che anche contro il Bologna ha dimostrato di non mancare mai negli appuntamenti importanti.


Toti, in stagione, ha sempre creduto in lui impiegandolo praticamente in ogni ruolo del centrocampo. Interno, regista basso e addirittura esterno destro nel suo nuovo 3-4-1-2. Ora arriva l'Atalanta e il cuore, di Petruccelli così come di tutta la Roma, sarà la prima vera arma da cui la corazzata di Brambilla dovrà guardarsi.

Questa sera non perderti il LIVE del super sfida tra Roma e Atalanta. A seguire, sul nostro sito, dopogara, pagelle e approfondimenti. Domani sul nostro giornale, in edicola e online, troverai la cronaca completa del match (assieme a quela della partita contro il Bologna).

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