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FOCUS
11 Dicembre 2025
Federico Croci corre nella sfida con la Roma ©Consoli - Gaz Reg
Croci esulta con la squadra ©Consoli - Gaz Reg
Nella ripresa cambia la porzione di campo ma non l’andazzo: pronti via e Federico controlla una smanacciata del suo portiere sugli sviluppi di un corner giallorosso e, con gli occhi dietro la testa, con quel fisico mingherlino che ricorda un dieci col codino che da queste parti ha regalato emozioni irripetibili, serve Nwagwu. Quest’ultimo forse non si aspettava il pallone e perde l’attimo. Poco prima di uscire dal campo, quasi arrabbiato perché giocatori così non vorrebbero mai lasciare il rettangolo verde, chiama in causa nuovamente il portiere capitolino. L’ungherese è costretto a chiudere in angolo. A sorprendere però è ciò che precede il tiro: 50 metri di strappo in velocità senza che nessun avversario riesca ad arginarlo in alcun modo.
Chiude il coast to coast con la conquista di un corner e la recriminazione di un gran gol che avrebbe reso onore alla prestazione che, fin qui, in stagione, ci ha emozionato di più. Proprio da queste sensazioni il calcio italiano deve ripartire, con il chiaro obiettivo di formare i campioni del futuro. È coccolando giocatori del genere che possiamo ritrovare il posto che compete all'azzurro nel panorama mondiale e Cremonini potrà smettere di cantare: “Ah, da quando Baggio non gioca più. Non è più domenica!”. Perché quando gioca Federico a Firenze è sempre domenica.
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