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Mattia Cocco, nel segno di Rooney: "Sto bene quando segno"

L'attaccante classe 2001 della Città Di Cerveteri sta stupendo tutti, ecco come si racconta ai microfoni di Gazzetta Regionale

02 Aprile 2019

Mattia Cocco ©GazReg

Mattia Cocco ©GazReg

Mattia Cocco ©GazReg

In quel di Cerveteri sta nascendo una stella. Mattia Cocco sta infatti lasciando il segno in qualsiasi squadra che affronta, il tutto con la maglia verdenera. Cifre esorbitanti le sue, che contano 23 goal in 22 partite giocate, con una media realizzativa di ben 1,04 reti a match. Insomma, un vero e proprio rapace d'area che fa tremare i reparti difensivi avversari che affronta senza lasciare prigionieri. Cifre che diventano ancora più sorprendenti se si considera che lui è un classe 2001. Non potevamo dunque non sentire tale prospetto così interessante per i lidensi e non solo: "Sono contento di come stanno andando le cose"-ha detto Mattia-"Stare con i più grandi mi sprona a dare tutto me stesso e mi fa emergere ancora di più". Ha voluto dunque dire qual è il suo ingrediente segreto per segnare così tanto: "Il mio segreto? Non mi accontento mai. Quando non faccio goal sento un leggero malessere e ogni volta che gioco cerco di pensare a quella sensazione che mi pervade quando non vado a segno così da fare di tutto per non riprovarla". Ha quindi voluto dire qual è il suo idolo: "Io mi ispiro molto a Rooney, dal momento che, con i dovuti paragoni, mi sento vicino alle sue caratteristiche. Lui è infatti bassino come me ed è dotato di una grande visione di gioco, di precisione e non è molto veloce, proprio come me". Ha quindi voluto parlare della sua squadra, che al momento è seconda a soli tre punti dall'Ottavia: "Stiamo facendo bene. Abbiamo forse perso qualche punto in modo superficiale, ma è normale per un gruppo che gioca insieme da un solo anno". Infine ha voluto dare un consiglio molto importante per migliorare il calcio in toto: "L'idea che mi sono fatto id questo sport gira intorno al relax che mi procura. Per me il calcio è infatti un rifugio dai problemi quotidiani e dunque un'evasione, un piccolo angolo di paradiso. Per questo consiglio a tutti, soprattutto ai più grandi, di lasciare i propri problemi fuori dal rettangolo verde, perchè così rovinano quello che è lo sport più bello del mondo".

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