L'INTERVISTA
Ulivi Village, Rossetti: "Grande gruppo, qui un'oasi felice"
Le parole di Leonardo Rossetti che affronta tanti temi: dalla prima squadra alla scuola calcio passando per i suoi calciatori ideali e il modello Italia da rifondare
Alla vigilia della gara interna contro l'MCV Real Testaccio, ha parlato Leonardo Rossetti che, prima di parlare del prossimo futuro, è voluto tornare sul recente passato: "Nelle ultime due gare - ha chiarito Rossetti - abbiamo pagato la poca esperienza che molti di noi hanno in questo sport. Sarebbe stupido puntare il dito per i pochi punti fatti nelle ultime due partite (con Le Palme e Sant’Agnese) solo contro le direzioni arbitrali “insufficienti” e “inadeguate”. Abbiamo sbagliato noi squadra in primis, come approccio e gestione della gara. Con Le Palme siamo andati a calare pian piano nel secondo tempo, e nel finire gli avversari hanno avuto la meglio giocando un ottimo calcio e mantenendo sempre il pallino del gioco dalla loro parte. Col Sant’Agnese non siamo stati capaci di chiuderla in tempo e gli avversari sono stati molto bravi nel finale a pareggiare il risultato. Nel complesso sono comunque soddisfatto di ogni prestazione che la squadra ha disputato da inizio stagione. Siamo un gruppo nuovo, e ovviamente ci vorrà tempo prima che le idee del mister possano essere digerite da tutti noi. Fin qui stiamo facendo un buon campionato ed io personalmente sto dando il 100% per essere sempre pronto quando vengo chiamato in causa dal mister". Gli elogi pubblici arrivati da mister Zerbinati a conferma di un rapporto che si sta cimentando di settimana in settimana: "Ho avuto il piacere di conoscere Jacopo Zerbinati quest’anno: è una persona molto piacevole con cui poter lavorare, lo considero un perfezionista, osserva e corregge ogni piccolo dettaglio in tutti gli allenamenti. È un allenatore alle prime esperienze, ma credo che riuscirà a dire la sua col tempo. È preparato tatticamente e credo che col duro lavoro prima o poi riusciremo a ripagarlo sul campo. Lavora con serietà e passione, è molto disponibile al dialogo e al confronto con i propri giocatori. Per quanto riguarda la squadra il gruppo è fantastico, nel complesso abbiamo un potenziale devastante: siamo tanti ragazzi giovani che in prospettiva possono fare la differenza sul campo col duro lavoro in allenamento, rubando con gli occhi quello che i più “anziani” del gruppo portano nel proprio bagaglio d’esperienza". Dalla crescita quotidiana ai propri "modelli" nel calcio: "Sinceramente non mi sono mai ispirato a nessuno, non mi piacciono proprio i paragoni. Ognuno di noi è il frutto dei sacrifici che fa per rincorrere quel maledetto pallone. Nel complesso sono ammaliato dai giocatori che giocano con la testa, prima che con i piedi. Giocatori che pensano prima al bene collettivo, che a vedere il loro nome tra i marcatori sul tabellino a fine match. Da tifoso della Lazio posso dire che sono stato fortunato nel veder giocare Veròn e Alessando Nesta, due giocatori con un senso della posizione fuori dal comune". In chiusura un pensiero anche sulla scuola calcio che può essere un trampolino di lancio per la prima squadra: "La scuola calcio è alla base della società Ulivi Village. Quando mi è capitato di guardare la scuola calcio un sabato pomeriggio (in casa), devo ammettere di aver visto un qualcosa di unico. Si sentono nell’aria pace e tranquillità ed è bello vedere tante famiglie che vanno a seguire i loro bambini. Inoltre stanno anche facendo molto bene, questo a dimostrazione che l’intero staff degli Ulivi funziona ed è valido. Gli Ulivi Village è una sorta di “oasi felice” per i bambini, dove poter divertirsi in compagnia dando due calci ad un pallone ed imparare quei valori come l’umiltà, il coraggio e il rispetto degli avversari che io in primis mi impegno a trasmettere dentro e fuori dal campo. Il calcio italiano ha bisogno di fare una rivoluzione interna il prima possibile, seguita da un bagno d’umiltà. Dobbiamo avere il coraggio di puntare sui nostri ragazzi, ovviamente dando più spessore ai vivai e settori giovanili, senza andare a pescare per forza all’estero. Non è un processo rapido, ci vuole del tempo, ma se guardiamo leggermente lontano dal nostro naso vediamo che i nostri vicini (Spagna e Germania in particolare) hanno investito su questo ed ora stanno raccogliendo i frutti, sia a livello di club, che nazionale". Uno spot per il calcio quello lanciato da Rossetti che si dimostra calciatore saggio dentro ma soprattutto fuori dal campo.