l'intervista
Empire, Gabriele categorico "Servono interventi immediati"
L'analisi del presidente del club biancoverde, che certifica la difficoltà di un movimento gravato da tanti costi e pochi incassi
Un colpo duro, anzi durissimo, l'ennesimo di una storia che sembra essere senza fine. Lo stop ai campionati stavolta ha piegato seriamente tutte le società sportive che rischiano, mai come ora, di finire ko "Se si continua su questa strada il sistema è destinato ad implodere – parola di Daniele Gabriele, presidente dell'Empire – Un'ancora di salvezza sarebbe quella di azzerare i costi durante il periodo di inattività, almeno sospenderli perchè tra affitti, istruttori o stipendi al personale, noi continuiamo a pagare. Non tutti poi possono usufruire della cassa integrazione perchè hanno tra i dipendenti persone assunte con contratto di collaborazione. Io dico che o si ferma tutto, e quindi anche i costi che il movimento deve sostenere, o altrimenti almeno il 70% delle società che ci sono oggi spariranno. I costi al momento sono insostenibili". Difficile dargli torto considerando che tutte le principali fonti di guadagno per le società sono state di fatto congelate dallo stop. Bar, biglietteria, affitto campi da calcetto o calciotto, e persino le quote della scuola calcio, tutto cancellato nonostante gli sforzi fatti dai club nel mettersi in regola con i vari protocolli "Brucia e anche tanto perchè così tutti gli sforzi che abbiamo fatto per adeguarci ai protocolli e soprattutto per ricreare qualcosa che ci permettesse di poter anche solo pensare ad un futuro migliore se n'è andato in fumo. Noi abbiamo fatto di tutto, con gran fatica, per adeguarci agli standard di sicurezza. Stavamo lavorando bene, mantenendo i numeri o addirittura incrementandoli rispetto alla passata stagione. Abbiamo quasi raddoppiato l'agonistica e, per far sì che l'attività si potesse svolgere in tutta sicurezza, abbiamo preso anche altre strutture. Capisci bene che questo stop per noi è un danno, visto che avevamo diversificato i vari reparti del circolo, creato un'area tecnica, individuato all'interno degli spogliatoi i metri necessari per distanziare i ragazzi, mettendocene magari anche solo 4 dove prima ne entravano 8 o 10. Capisco bene che qualche contagiato nel calcio c'è, com'è normale che sia data la presenza di un virus che è giusto non sottovalutare ma non trovo corretto identificare lo sport come untore o pericoloso veicolo di contagio. All'interno di un edificio scolastico in fondo c'è la stessa, o a volte addirittura superiore, possibilità di contrarre il virus rispetto ad un centro sportivo dove sono prese tutte le misure di prevenzione. Senza poi contare che il calcio è un'attività che si svolge all'aperto e non in classi sovraffollate". Se il presente non è certo dei più rosei, il futuro non sembra essere da meno "La cosa più preoccupante è che purtroppo non mi sembra ci sia piano ben definito. Questa approssimazione però la paghiamo tutti, dallo sport, al turismo, alla ristorazione. Tutti i settori più importanti dell'economia italiana che sono sull'orlo del fallimento". L'ultima domanda che abbiamo rivolto al presidente non poteva che essere sui ragazzi della sua società: "I ragazzi vorrebbero sempre giocare. Io – aggiunge Gabriele – alleno anche l'Under 19 oltre ad essere il presidente. Spesso sento dire ai miei ragazzi che sono pronti ad andare al parco pur di giocare. E' una cosa che mi amareggia perchè ora siamo costretti a fare i conti con lo stop dello sportche invece per loro è forse la valvola di sfogo più grande. C'è voglio di giocare, anche nei più piccoli che vengono al campo motivati come mai. In un mondo che sta andando sempre di più verso l'individualità lo spot deve continuare ad essere motivo di aggregazione e punto di riferimento, e non messo in discussione come al contrario sta accadendo ora. Io sono convinto che si possa fare sport, sempre, anche adesso purché si mantengano le dovute accortezze lo si può praticare in maniera sana e senza rischi per la nostra salute".