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Ottavia, Braconi è certo: "Gli impianti sono sicuri"
Il numero uno dei biancoblù: "E' stato dimostrato che i centri sportivi non sono luogo di propagazione del contagio"
Purtroppo ci risiamo... La seconda ondata del Covid ha portato nuovamente il Governo a sospendere tutti i campionati dilettantistici e giovanili. Una scelta importante, ma probabilmente troppo severa considerato che nei vari centri sportivi il numero dei contagi è molto limitato, come recentemente dimostrato. E' pur vero che in ogni weekend cresceva sempre più il numero delle partite rinviate, ma è davvero questa la soluzione più idonea che si poteva adottare? Perché sacrificare proprio lo sport? Senza dimenticare poi gli ingenti danni economici con cui ciascuna società dovrà fare i conti, una seconda volta, dopo il primo lockdown di marzo. Il riassettare il tutto secondo le nuove normative anti covid, aggiungendo di fatto altri costi ad un quadro già complicato per garantire appunto quello che doveva essere il normale svolgimento delle attività, va così a vanificarsi? Proprio come nel periodo primaverile le preoccupazioni tornano a crescere esponenzialmente. Come si ripartirà questa volta? Abbiamo analizzato la questione in tutte le sue sfaccettature con il presidente dell'Ottavia, Andrea Braconi.
Presidente, siamo tornati in un clima di grande difficoltà. Come stai vivendo questa situazione a livello umano?
“Dal punto di vista umano, secondo me in questo momento è importante vincere la paura anche se ovviamente dobbiamo essere comunque consapevoli che c'è una malattia, che esiste. Non sono assolutamente negazionista ma con le dovute precauzioni si può evitare di contrarre il virus. Il mondo deve andare avanti, non possiamo permetterci di paralizzarci un'altra volta né come aziende, né come persone. Dobbiamo avere la forza di reagire chiaramente seguendo tutte le istruzioni che ci vengono date come indossare la mascherina, igienizzare le mani e mantenere le distanze di sicurezza”.
Mentre da presidente come vivi un momento del genere?
“Riguardo il calcio vale esattamente lo stesso discorso. Si è dimostrato che i centri sportivi non sono luogo di propagazione del contagio, perciò basterebbe adottare le varie precauzioni del caso”.
L'intervista completa sarà disponibile nell'edizione di lunedi 9 novembre in edicola ed online