L'Intervento
Mancini alla Sapienza: "Puntare sempre sui giovani, nel lavoro come sul campo"
Giornata di gala all'Università "La Sapienza", precisamente presso la facoltà di Economia, dove si è tenuto un incontro diverso dal solito. Grazie al lavoro del preside Fabrizio D'Ascenzo, lo storico ateneo romano, ha organizzato l'evento dal nome "L'(In)sostenibile leggerezza del calcio", con ospiti illustri quali il ct della nazionale Roberto Mancini, ed il presidente della FIGC Gabriele Gravina, tra gli altri. Il primo a prendere la parola è stato il tecnico azzurro, che ha ripercorso la sua storia negli anni iniziali da calciatore, citando, ovviamente, i suoi amati giovani. "Quando ho iniziato a giocare io erano altri tempi, e ho avuto la sfortuna di non poter completare gli studi, trasferendomi a Bologna per il calcio, ma erano altri tempi. Ad oggi è una cosa che rimpiango assolutamente, una mancanza nella mia formazione, che è così utile ed importante per tutti". Successivamente invece il ct ha virato sul nostro ambito, quello del calcio, affrontando in questo senso le difficoltà del movimento. "Penso sia doveroso cercare di puntare sui nostri giovani in ogni ambito. Io provo a farlo sul campo, e lo stesso vale per i banchi di scuola e nel mondo del lavoro. Sono loro il nostro futuro, nessun altro. Sicuramemete non è facile, ad oggi, purtroppo, ci sono molti impedimenti esterni, che rallentano la crescita. È fondamentale valorizzarli, soprattutto dal punto di vista umano, per vederli maturare come persone. I risultati poi si vedono, basti guardare all'Europeo, dove il gruppo, composto da ragazzi magnifici, ha fatto la differenza nel raggiungere un traguardo straordinario. Ora dobbiamo ripartire. Non è semplice, soprattutto perché i nostri ragazzi trovano poco spazio sul campo". Concluso l'intervento del tecnico, poi c'è stato spazio per spunti molto interessanti di diversi relatori, incentrati sulle difficoltà del calcio italiano dal punto di vista economico, e di come il gioco si stia spostando verso altri lidi, come l'Asia e l'America, prendendo il posto dell'Europa. A queste parole sono seguite quelle di Gravina che ha così chiuso l'incontro. "Quando il calcio esce dai palazzi incontra i giovani, gli studenti, gli appassionati, tutti coloro che rendono unico questo sport. Senza dubbio la complessità del momento è conclamata, poiché, nonostate l'alto numero di tesserati, non stiamo riuscendo a tenere il passo con la crescita globale del nostro settore. L'economia è anche il modo di saper stare insieme, in relazione alll'etica riguarda la capacità di creare un grupo unito, dare importanza anche agli ambiti sociali". Frasi bellissime, condivisibili o meno, a cui però speriamo, presidente, che seguano i giusti interventi da parte delle istituzioni. Il numero di italiani presenti ad alto livello, in Champions League, è sempre più basso, come ricorda costantemente Mancini; la percentuale di giocatori stranieri nel campionato di Primavera è quasi insostenibile. Fare qualcosa, in fretta, altrimenti, - citando Leonardo Bonucci - ne dovremo ancora mangiare tanta di pasta asciutta.