Era l’1 agosto 2020, la Roma, quella dei grandi, gioca a Torino con la Juventus, la partita ha poco da dire ma in città non si parla d’altro: “Calafiori, er pischello della Primavera, stasera gioca titolare”. E gioca pure bene. E fa pure gol. Maledetta quella bandierina alta che l’urlo ha lasciato strozzato in gola. Lunedì, invece, non c'è stata nessuna bandiera alta, se non quella di un'altra città, Bologna, che ha festeggiato un traguardo storico, la Champions League. Una stagione da sogno, iniziata bene e finita come nessuno si aspettava. Un'annata straordinaria, che ha visto in Riccardo Calafiori uno dei grandi protagonisti nello scacchiere di Thiago Motta. Ieri, sempre contro la Juventus, quell'urlo rimasto strozzato in gola quattro anni prima è venuto tutto fuori, forte, fortissimo. E per ben due volte. Il primo gol in Serie A e poi subito il secondo, con un dolce tocco sotto a scavalcare Szczęsny.
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