L'intervista

Città di Ciampino, Angeloni: "Stagione positiva"

L'interruzione dei campionati e definitiva, l'analisi del mister dei rossoblù con un messaggio finale per i suoi ragazzi

A più di due mesi di distanza dall'ultima chiacchierata torniamo a parlare con Daniele Angeloni, allenatore che quest'anno ha guidato l'U14 del Città di Ciampino. Il periodo di lockdown è alle spalle e seppur con diverse restrizioni stiamo tornando alla normalità. E le attività del settore giovanile sono state definitivamente interrotte: "è giusto sospendere il campionato, ma non lo è far retrocedere le squadre delle categorie giovanili. Quando si ripartirà i ragazzi verranno danneggiati, ad esempio noi eravamo quartultimi a 8 giornate dalla fine e non credo sia giusto. Sarei più propenso a congelare la stagione e ripartire quando lo dirà l'ISS". Una stagione interrotta nel momento migliore: "sul più bello. Il nostro era un calendario particolare con le prime 7 gare contro squadre forti e dopo avremmo incontrato compagini più abbordabili. Il campionato si è concluso nel ricordo di una delle migliori partite della stagione: la sconfitta per 2-1 a Frosinone". E il bilancio? "Senza dubbio positivo. Quest'anno non abbiamo speso molto tempo su situazioni tattiche, abbiamo preferito lavorare sulla tecnica dei ragazzi e sull'occupazione dello spazio in campo. Mi è piaciuto molto il cambiamento dell'approccio mentale ed è da questo punto che si ripartirà l'anno prossimo". Mister Angeloni sarà dunque l'allenatore dei 2006 del Città di Ciampino anche nella prossima stagione ed è già al lavoro con il direttore: "doveroso continuare con i ragazzi perché ci siamo fermati a metà percorso. Il direttore cercherà di puntellare una rosa già organizzata e che verrà riconfermata. I ragazzi sono propositivi rispetto a inizio emergenza, la pandemia li ha provati e ora hanno voglia di tornare in campo". E infine lancia un messaggio, sempre rivolto alla sua squadra: "visto il periodo che abbiamo trascorso chiedo loro di apprezzare le piccole cose. Andare al campo e a scuola con serenità. Non prendersela per una panchina o per una non convocazione, la pandemia ci ha ricordato le cose che contano davvero nella vita. Approcciare queste esclusioni come input per dimostrare all'allenatore che ha sbagliato perché in fondo il calcio è soltanto un gioco e i ragazzi si devono divertire". 

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