La rubrica
La Voce del capitano, Evangelista e il suo Cassino
Questa settimana abbiamo conosciuto il leader dello spogliatoio degli azzurri: ecco le sue parole sulla stagione e il team
Da due anni al Cassino, Fabrizio Evangelista ne è il capitano. E con la fascia al braccio il classe 2004 guida i compagni partita dopo partita, lottando tutti insieme per perseguire l'obiettivo della salvezza. "Mi trovo benissimo qui", ci racconta Fabrizio, "Amo indossare questa maglia e questi colori: ne vado fiero perché sono quelli della mia città. Penso che questa sia una società ben organizzata sotto ogni punto di vista che punta a far crescere giovani talenti. Ci sono molti giocatori che sono arrivati quest'anno, abbiamo trovato delle difficoltà all'inizio del campionato ma ora stiamo diventando un gruppo molto unito e la maggior parte di noi si frequenta anche al di fuori del campo, quindi non potrebbe andar meglio da quel punto di vista". L'ultima sfida con il Tor di Quinto, persa solamente per 1-0, ha visto purtroppo Fabrizio fuori per infortunio. "Da ciò che io ho visto è stata una partita molto combattuta e voglio fare i complimenti alla squadra per la grinta messa in campo, contro un avversario forte. Spiace per il risultato finale, come i miei compagni detesto perdere". Il 2019, da poco concluso ha portato tante difficoltà ma anche soddisfazioni con sé. "Sì, gli ostacoli sono stati tanti, ma pian pian ci stiamo riprendendo. Parlando di punti pensavo di farne un pò di più, sicuramente. La partita più bella che ricordo è stata con il Savio, perché in campo siamo stati più uniti che mai. Avevamo fame di vittoria e alla fine il risultato è stato dalla nostra parte, un 1-0 arrivato a premiarci al termine di una gara molto dura. La partita più brutta invece è stata è stata con la CSS Tivoli. Nonostante le due reti segnate non eravamo in campo né fisicamente né mentalmente". Sulla squadra: "Il nostro punto di forza è il gruppo che si è cementato con il tempo. Non eravamo molto uniti all'inizio, ma adesso decisamente sì. Una spetto in cui possiamo e dobbiamo migliorare? Penso nella fase offensiva. Non riusciamo a sfruttare al meglio le occasioni create, possiamo fare di più". Guardando se stesso, invece: "Che dire, posso giocare come difensore, come centrocampista: posso coprire più ruoli insomma e questo lo considero un mio pregio. Comunque lavoro sempre duramente ogni giorno per raggiungere nuovi traguardi e migliorare sempre di più." Sull'essere capitano: "Si è leader anche senza la fascia al braccio perché non è un pezzo di stoffa che ti rende tale. Sono stato scelto io come capitano perché hanno fiducia in me: la società, il mister e i compagni. Penso che il primo dovere del capitano sia quello di dare per primo l'esempio, dentro e fuori dal campo".