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Montenero, parola a Di Prospero "Così lavoro sul fisico"

Dal mondo dell'atletica a quello del calcio, l'esperto delinea come si può preparare un calciatore dilettantistico

Come può reagire il fisico di un calciatore dilettante? Dopo un periodo di stop, qual'è la miglior tecnica di allenamento per la ripresa? Lo abbiamo chiesto a Tommaso Di Prospero, preparatore atletico del Montenero, attualmente nono in classifica nel girone I


Com’é il calcio visto dal tuo punto di vista? "Una premessa doverosa è quella che io vengo dal mondo dell’atletica. Col tempo, la mia passione per lo sport, mi ha avvicinato al calcio nel quale ho cercato di portare il bagaglio di esperienze maturate come atleta in principio e come istruttore d’atletica subito dopo. La difficoltà cui ho dovuto far fronte durante questi anni, sta soprattutto nella cultura del lavoro che lascia un po’ a desiderare e nella gestione di un gruppo, composto da ragazzi che, molto spesso, portano al campo d’allenamento problematiche legate al quotidiano e con le quali bisogna fare i conti. Bisogna mediare con le proprie conoscenze partendo dal presupposto che non esiste un modello di preparazione e quindi, non esiste un modello di prestazione universalmente valido"

Dopo queste settimane di stop come reagisce il corpo di un atleta? "Un periodo di inattività così lungo, incide soprattutto sulle capacità condizionali come la forza, nelle sue componenti reattive ed esplosive e quindi sulla capacità di sprint nei primi metri. In teoria bisognerebbe lavorare sulla forza massima dinamica per migliorare anche l’esplosività. Di solito, mi limito a dei lavori di forza generale a carico naturale come i balzi orizzontali e verticali per poi passare alla forza speciale, attraverso l’uso del traino con carico variabile e le salite brevi con pendenze molto marcate"
 

Quanto influisce la preparazione atletica in queste categorie? "Dipende soprattutto da quanto i ragazzi siano disposti a seguire le varie proposte di lavoro. Ritengo che una preparazione ben fatta, debba innanzitutto rispettare l’atleta, partendo dall’assunto che un programma può essere anche rivisto e cambiato per un buon 30/40 % e contestualmente i risultati sono il frutto di una logica sinergia ed empatia tra il preparatore atletico ed i calciatori"

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