SERIE C
Pro Piacenza, pagina nera da cancellare: servono fatti, non parole
Multa, esclusione dal campionato di Serie C e squalifiche non possono bastare: è necessario dimostrare concretamente di voler cambiare pagina
Siamo stanchi, davvero tanto. Stiamo stufi e non ne possiamo più. Da inizio stagione la situazione sembra ulteriormente peggiorata con campionati professionistici iniziati in netto ritardo, squadre rimaste ferme per mesi, società che erano in bilico tra B e C e tra C e D. Problemi di fideiussioni, crisi economiche, pagamenti a singhiozzo, fughe da diversi club, giovani a volte anche minorenni mandati in campo senza nessun criterio per evitare radiazioni poi arrivate puntualmente prima del termine di un anno che sicuramente entra di diritto tra le pagine più nere del calcio italiano. I casi del Matera e del Pro Piacenza sono emblematici e non possono lasciarci indifferenti. Il tempo delle parole è finito da un pezzo, ora servono i fatti. Fatti veri però, non solo promesse che poi puntualmente restano tali. Dopo la vergogna di ieri con il Cuneo che ha battuto 20-0 quel che è rimasto del Pro Piacenza, sono arrivate anche le parole del DG del Pro Piacenza Carmine Palumbo che ha dichiarato: “Il futuro imminente del Pro Piacenza è quello di fare una retrocessione decorosa”. Tutto questo definendo poi “eroi” coloro che erano scesi in campo a Cuneo. Dichiarazioni che mettono i brividi, davvero. Fortunatamente, con colpevole ed infinito ritardo, è comunque arrivata l’ufficialità dell’esclusione dal campionato di Serie C del Pro Piacenza con squalifiche e multa. Non ci sarà più nessuna prossima partita, non ci sarà più nessun presunto acquisto o nessun nuovo allenatore e staff tecnico in questa farsa durata anche troppo. E’ bastato ed avanzato lo scempio a cui abbiamo assistito ieri che, come era prevedibile, ci ha nuovamente ridicolizzato agli occhi della stampa estera. Giusto così, giustissimo così. E’ questo il trattamento che meritiamo e che dovremo subire fino a quando non cambieremo radicalmente e seriamente i principi di questo sport che, quando raggiunge questi livelli, non può più definirsi calcio. Serve una vera svolta, bisogna intervenire in modo duro, deciso e perentorio affinché quello che si è verificato quest’anno resti immediatamente alle spalle come una bruttissima eccezione da non ripetersi mai più. Dobbiamo cambiare e farlo in fretta dando spazio e credibilità solamente ed esclusivamente a chi rispetta le regole, a chi paga regolarmente e a chi vuole investire in modo serio. Continuare su questa strada vuol dire suicidarsi andando incontro a situazioni sempre più grottesche e sempre più ridicole agli occhi di tutti. Il calcio senza i tifosi non potrebbe esistere ma così facendo stiamo togliendo passione, amore e sentimento a tutti. Ripartiamo da qui, ricominciamo da zero, resettiamo tutto. La credibilità va ricostruita, prima si inizia e prima cominceremo a vedere sprazzi di luce. Ad oggi è buio pesto, gli interruttori sono spenti e abbiamo toccato il fondo. Meno parole, più fatti: non ci sono più alternative.